MUNE – IL GUARDIANO DELLA LUNA

Valutazione
Consigliabile, semplice
Tematica
Avventura, Film per ragazzi
Genere
Film d'animazione
Regia
Alexandre Heboyan
Durata
90'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Mune, le gardien de la lune
Distribuzione
Notorius Pictures
Musiche
Bruno Coulais
Montaggio
Isabelle Malenfant

Orig.: Francia (2014) - Sogg. e scenegg.: Benoit Philippon, Jérome Fansten - Fotogr.(Scope/a colori) - Mus.: Bruno Coulais - Montagg.: Isabelle Malenfant - Dur.: 90' - Produz.: Onyx Film.

Interpreti e ruoli

Mune (voce italiana: Davide Perino), Glim (v.i.: Valentina Favazza), Sohone (v.i.: Simone Mori), Leyoon e gli altri ptotagonisti della storia d'animazione. (v.i.: Massimo Lodolo)

Soggetto

Il Sole torna a splendere ogni mattina, e anche la Luna, quando è il momento, fa il proprio giro e illumina le stelle e il cielo della notte. Qualcosa però arriva a minacciare questo equilibrio. Mune, piccolo fauno che si occupa di illuminare la foresta di notte, non prende molto sul serio questa responsabilità e deve faticare non poco per entrare in sintonia con i compiti degli altri abitanti degli spazi: c'é Sohone, colosso di ambra, arrogante e impulsivo, da sempre mosso dall' unico desiderio di diventare il nuovo Guardiano del Sole. C'è poi Glim, che è fatta di cera e si scioglie nel calore del Sole. E proprio il furto del Sole le offre la possibilità di vivere una grande avventura. Ci sono poi Mox, diavoletto basso e tracagnotto, considerato da tutti un incapace; e Spleen, sempre triste e lamentoso, che sogna di essere un folletto ma è nato demone. Dopo una serie di aspri scontri, il pericolo del Male è vinto. Mune e Glim trovano un momento di tranquillità e si scambiano dolci effusioni.

Valutazione Pastorale

Heboyan é un ex studente della Gobel, ha collaborato alla produzione di "Azur e Asmar" di Michele Ocelot nel 2006. Come animatore della Dreamworks ha partecipato a "Kung Fu Panda" (2008) e a "Mostri contro Alieni" (2009). Philippon ha esordito in regia con "Lullaby for Pi" e qui codirige e partecipa alla sceneggiatura. Proprio da qui bisognerebbe partire per definire il racconto: si tratta infatti di un fantastico a briglia sciolta, di un'avventura collocata in spazi irreali e priva di riferimenti immediati se non nell'ottica del letterario e dell'epico. A partire da Mune, e poi anche gli altri, tutti i protagonisti sono costruiti su disegni dalle forme oblique, irregolari, sghembe. Si muovono con difficoltà in un contesto che abolisce ogni nozione di tempo e di spazio. Prende forma a poco a poco un piccolo/grande universo frastagliato e come sospeso nel vuoto, privo di punti di appoggio. Disegno e dinamiche sono affidati ad uno stile che fatica a conquistare compattezza. Vi si avverte l'impronta di una pittura post moderna fredda e meccanica, come si trattasse di una videoinstallazione. Certo il tono del racconto é qua e là ripetitivo, giocato su recuperi e ritorni dei singoli caratteri, tutti arruolati in una lotta tra Bene e Male che sembra difficile da dirimere. L'ultima parte si apre a squarci di profondità di campo inediti e suggestivi. E il lieto fine restituisce il piacere di una favola fino a quel momento lontano. Non paragonabile ad esempi sia statunitensi sia giapponesi, il cartone fa intravedere sottoletture non del tutto rassicuranti sui futuri equilibri ambientali. Ed è un dato col quale bisogna pure fare i conti. Per questo il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e nell'insieme semplice.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, con un occhio ad un pubblico di ragazzi preparati ad una proposta originale e non banale.

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