N. IO E NAPOLEONE

Valutazione
Accettabile, problematico
Tematica
Libertà, Politica-Società, Potere, Storia
Genere
Commedia
Regia
Paolo Virzì
Durata
110'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Francia, Italia, Spagna
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Medusa Film
Musiche
Paolo Buonvino, Juan Bardem
Montaggio
Cecilia Zanuso

Orig.: Italia/Francia/Spagna (2006) - Sogg. e scenegg.: Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli, Francesco Bruni, Paolo Virzì liberamente tratti da "N" di Ernesto Ferrero - Fotogr.(Scope/a colori): Alessandro Pesci - Mus.: Paolo Buonvino, Juan Bardem - Montagg.: Cecilia Zanuso - Dur.: 110' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz.

Interpreti e ruoli

Daniel Auteuil (Napoleone), Elio Germano (Martino Papucci), Monica Bellucci (baronessa Emilia), Francesca Inaudi (Mirella), Sabrina Impacciatore (Diamantina), Valerio Mastandrea (Ferrante), Massimo Ceccherini (Cosimo), Omero Antonutti (Fontanelli), Margarita Lozano (Pascalina), José Angel Egidio (Marchand), Vittorio Amandola (il sindaco), Emanuele Barresi (segretario comunale), Carlo Monni (notaio Bonci Bacelli), Fausto Caroli (Alì), Andrea Cambi (Oreste), Raffaella Lebboroni (governante), Giorgio Algranti (primo inserviente)

Soggetto

Anno 1814. L'imperatore Napoleone arriva in esilio all'Isola d'Elba, accolto dall'entusiasmo del popolo e dei notabili locali. Meno contento é il giovane Martino Papucci, maestro idealista, poeta in erba, amante della baronessa Emilia, che lo detetsta e sogna di ucciderlo. Quando gli viene offerto di diventare scrivano e bibliotecario del nuovo re dell'isola, Martino accetta con il segreto intento di compiere il gesto che sogna da sempre. L'impresa sembra facile, a portata di mano, eppure Martino, per vari motivi, non ci riesca. Anzi Napoleone comincia a confidarsi con lui e così lo spiazza, lo disillude, lo rende più debole. Per Martino la vita sull'isola é ora quasi impossibile.

Valutazione Pastorale

Il primo film in costume di Paolo Virzì parla di fatti lontani, ma guarda decisamente all'oggi. Ispirandosi al libro omonimo di Ernesto Ferrero, il regista livornese mette in scena la stagione del fervore politico giovanile che nell'Ottocento aveva i connotati dell'attentato, della rivoluzione, dei versi libertari di Ugo Foscolo; e che, in anni vicino a noi, molto più modestamente, è sfociata in pseudo movimenti di contestazione giovanile. La regia é vivida, incalzante, di bel respiro. Il copione é a sua volta vivace quando resta attaccato alla realtà storica. Ma, troppo spesso, è infarcito di frasi fatte della nostra attualità, ristagnando nel banale e nel facile riferimento ideologico. Pur tuttavia il film si fa vedere, recupera con attenzione un evento storico che merita di esser ricordato, mette in campo i temi, mai invecchiati, degli entusiasmi per le belle utopie: libertà, democrazia, uguaglianza. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come accettabile, e nell'insieme problematico. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare nell'ambito dei rapporti tra cinema italiano e storia italiana.

Le altre valutazioni

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