NEL CENTRO DEL MIRINO ***

Valutazione
Complesso, Discutibile, Dibattiti
Tematica
Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Wolfgang Petersen
Durata
123'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
IN THE LINE OF FIRE
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Jeff Maguire
Musiche
Ennio Morricone
Montaggio
Anne V. Coates

Sogg. e Scenegg.: Jeff Maguire - Fotogr.: (scope/a colori) John Bailey - Mus.: Ennio Morricone - Montagg.: Anne V. Coates - Dur.: 123' - Produz.: Jeff Apple

Interpreti e ruoli

Clint Eastwood (Frank Horrigan), John Malkovich (Mitch Leary), Rene Russo (Lilly Raines), Dylan McDermott (Al D'Andrea), Gary Cole (Bill Watts), Fred Dalton Thompson (Harry Sargent), John Mahoney (Sam Campagna), Greg Alan-Williams, Jim Curley, Sally Hughes, Clyde Kusatsu

Soggetto

ormai prossimo alla pensione, Frank Horrigan resta pur sempre un agente dei Servizi segreti statunitensi duro, spigoloso e scomodo. Da 30 anni egli vive tra incubi e volontà di riscatto: era agente di scorta nel momento in cui il Presidente Kennedy fu assassinato ed il suo cocente rimorso è di essere stato inerte e di non aver fatto da scudo alla vittima designata. Ora che il Presidente in carica è in giro per gli Stati Uniti essendo in corso la campagna per la rielezione, Frank ottiene di essere destinato allo staff cui spetta di provvedere alla sua sicurezza personale. Per la disciplina e lo spirito di servizio che lo hanno sempre contraddistinto – e tanto più per la minaccia di una nuova, possibile tragedia – Frank sarebbe pronto a dare la propria vita. In giro, però, e con pensieri e preparativi di morte, vi è Mitch Leary, un ex-agente della Cia, più giovane di Horrigan, frustrato dalla propria carriera e mezzo paranoico. Leary odia l'Autorità suprema e ha deciso un attentato, fabbricandosi persino un'arma con un materiale non metallico (le prove le ha già fatte, uccidendo brutalmente due modeste impiegate – una è delle sua banca – e due cacciatori, tutti assolutamente innocenti). Leary è inafferrabile, un maestro del trucco e del travestimento. Mentre Frank, aiutato dal giovanissimo, ma già stressato agente Al d'Andrea e con la collaborazione di una donna dei Servizi segreti, Lilly Raines (che simpatizza ricambiata per il "vecchio", anche se lavora con lucida freddezza) segue di città in città il candidato tra folle in festa, rischi permanenti e comprensibili patemi d'animo, Leary si sposta, si traveste e telefona ossessionando e lo mette alle corde in una sfida insidiosa, ma costante e determinata. Un giorno in cui Frank, inseguitolo, si trova con lui sul cornicione di un edificio e sta per piombare sfinito nel vuoto, Leary gli porge una mano e lo salva: tanto per dimostrare all'avversario una volta di più ed umiliandolo che la vita, come trent'anni prima, gli preme più del servizio e di tutti i Presidenti in carica del loro Paese. Nell'occasione, tuttavia, Al D'Andrea, che segue i due uomini e che invano spara al delinquente, viene da costui ucciso. Ma la lotta è ormai agli ultimi colpi. Nel grande albergo di una città, tra i fans del Presidente, invitati come sostenitori di lui e del suo Partito (Leary furbescamente versando dollari ha avuto il biglietto di accesso), Frank si aggira inquieto e tiene gli occhi aperti. Egli "sa" che il suo nemico è là. Riesce ad individuarlo, quello spara ma, lanciandosi a far da scudo all'uomo politico, Frank salva questi dalla morte. Nel parapiglia generale, Frank – ferito – riesce ad inseguire Leary mentre diecine di cecchini si appostano sui tetti circostanti. Nella sparatoria Leary è ferito, vi è una colluttazione fra i due e Leary precipita nel vuoto.

Valutazione Pastorale

spettacolare questo film di Wolfgang Petersen, fatto con larghezza di mezzi, scene mozzafiato e con ritmi sostenuti a dovere. Spettacolare, ma non privo di una sottile indagine psicologica, non solo sui comportamenti dei due personaggi principali, ma sul loro personale rapporto umano: in un certo senso maniacali ambedue per intenti e stili di vita, nel Bene e nel Male, per frustrazioni paragonabili anche se lontane fra di loro e con finalità diverse. È uno studio attento e profondo, che interessa sul piano umano e convince e che centra in maniera perfetta da un lato l'ansia di riscatto (e prima ancora una sorta di masochismo nel farsi "vittima" potenziale per libera scelta) il protagonista Frank, dall'altro il rancore e la sfida insidiosa, il gioco beffardo dell'antagonista Leary, determinato a restare nella Storia come l'assassino di un Capo di Stato. Essenziale, ovviamente, l'episodio del salvataggio, che il delinquente offre inopinatamente di sua mano all'inseguitore, sfinito e in pericolo di morte: poiché Leary ha bisogno di lui, per irriderlo ed umiliarlo, e, al tempo stesso, per renderlo suo debitore. A ben guardare, in fondo l'agente Frank trova nell'avversario criminale il suo démone, il lato oscuro di sé, il suo perfido "doppio" segreto. Tema notevolissimo, accuratamente svolto, che l'organizzazione del copioso materiale effettistico (la folla, i tumulti, gli inseguimenti) peraltro eccellente, non riescono ad offuscare. Interessante, infine, questo costante inesauribile tormentone che assilla gli Americani da un trentennio, dopo quel terribile giorno della tragedia di Dallas. Anche nel film di Petersen, infatti, non mancano allusioni a Servizi Segreti, CIA ed FBI, a trame nere e giganteschi interessi. Tutto ciò si è visto molte volte, ma fa un effetto drammatico rivedere certe immagini d'epoca scorrere in filigrana dietro il volto scavato degli interpreti di oggi. Film dunque solido, complesso e ben scandito, malgrado (e questo è un vizio che sembra ormai endemico) talune lungaggini di dettaglio. Certo i soli effetti non lo avrebbero fatto sfuggire alla routine del buon mestiere, se due interpreti della taglia di Clint Eastwood e di John Malkovich (che più perverso e pericoloso non si può) non avessero giganteggiato da par loro nei rispettivi ruoli.

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