NON SPOSATE LE MIE FIGLIE

Valutazione
Consigliabile, brillante
Tematica
Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia, Politica-Società, Rapporto tra culture, Razzismo
Genere
Commedia
Regia
Philippe De Chauveron
Durata
97'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Qu'est-ce qu'on a fait au Bon Dieu ?
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Marc Chouarain
Montaggio
Sandro Lavezzi

Orig.: Francia (2014) - Sogg. e scenegg.: Philippe De Chauveron, Guy Laurent - Fotogr.(Panoramica/a colori): Vincent Mathias - Mus.: Marc Chouarain - Montagg.: Sandro Lavezzi - Dur.: 97' - Produz.: Romain Rojtman per UGC.

Interpreti e ruoli

Christian Clavier (Claude Verneuil), Chantal Lauby (Marie Verneuil), Ary Abittan (David Benichoul), Medi Sadoun (Rachid Benassem), Frédéric Chao (Chao Ling), Noom Diawara (Charles Koffi), Frederique Bel (Isabelle Verneuil), Julia Piaton (Odile Verneuil), Emilie Caen (Ségolène Verneuil), Elodie Fontan (Laure Verneuil), Pascal Nzonzi (André Koffi), Salimata Kamate . (Madeleine Koffi)

Soggetto

Claude e Marie Verneuil conducono una tranquilla vita di coppia nella provincia francese. Hanno cresciuto quattro figlie secondo i principi di tolleranza, integrazione e apertura tipici della cultura nazionale. Nel corso degli anni è successo che la prima figlia ha sposato un musulmano, la seconda un ebreo e la terza un cinese. Claude e Marie avrebbero piacere di assistere ad un matrimonio tradizionale in Chiesa, e tutte le speranze vengono pertanto riposte in Isabelle, la figlia minore. Che un giorno rivela di avere un fidanzato di religione cattolica. Non dice però che è africano, e di pelle nera. La rivelazione lascia senza parole i genitori, ai quali servirà non poco tempo per adattarsi all'idea del nuovo matrimonio. In vista della cerimonia, l'arrivo dei genitori di lui innesca una girandola di equivoci, incomprensioni, sospetti. Tutto però è destinato a risolversi per il meglio.

Valutazione Pastorale

Il recente, tragico episodio dell'attentato a Parigi alla rivista satirica "Charlie Hebdo" ha riportato in primo piano quella idea di libertà e tolleranza che la Francia pone a base della vita quotidiana politica, sociale, culturale: la Francia illuminista, razionale, ugualitaria. Senza entrare nelle riflessioni scaturite una volta esaurito lo sdegno emotivo per l'azione terroristica (una su tutte: anche la libertà di satira può avere dei limiti?), ecco un film, uscito oltr'Alpe prima, nel 2014, che rappresenta la sintesi di tutti i motivi di dibattito presenti in Francia, e non solo(in senso largo in tutta Europa). Il tema dell'incontro/scontro tra culture, delle regole che si deve dare una società multietnica è la molla di un copione che vira decisamente sul comico, sul divertito, sul paradosso. In realtà Claude è il prototipo del francese conservatore, moderato, "gaullista" e come tale prediposto per naturale indole all'accoglienza dell'altro. Procedendo, come si intuisce dall'inizio, verso un lieto fine che vede tutti sereni e tranquilli, si ha l'impressione che il racconto sia concepito e organizzato proprio a maggior gloria di una precisa autocelebrazione. Insomma un certo tono sciovinista e un po' compiaciuto attraversa le varie fasi della storia. Resta il taglio simpatico e gradevole per un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile e del tutto brillante.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e insuccessive occasioni come proposta per affrontare in modo leggero e non ideologico argomenti comunque di grande attualità.

Le altre valutazioni

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