NOSTOS – IL RITORNO

Valutazione
Accettabile, Poetico
Tematica
Genere
Allegorico
Regia
Franco Piavoli
Durata
87'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
NOSTOS - IL RITORNO
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Franco Piavoli
Musiche
Luca Tessadrelli, Giuseppe Mazzucca, Luciano Berio
Montaggio
Franco Piavoli

Sogg. e Scenegg.: Franco Piavoli - Fotogr.: (normale/a colori) Franco Piavoli - Mus.: Luca Tessadrelli, Giuseppe Mazzucca, Luciano Berio - Montagg.: Franco Piavoli - Dur.: 87' - Produz.: Zefiro Film-Immaginazione

Interpreti e ruoli

Luigi Mezzanotte (Nostos), Franca De Camargo, Alex Carozzo, Paola Agosti, Giuseppe Marcoli, Mariella Fabbris, Ginevra Alighieri, Alessandra Agosti, Roberto Tarasco

Soggetto

alla fine della guerra, Nostos, eroe errante, con i compagni, inizia il suo viaggio di ritorno in patria nelle acque del Mediterraneo. Ma vari motivi ritardano la conclusione della sua avventura: ostacoli naturali, ricordi evanescenti della sua infanzia, dei suoi genitori, dell'amore per una bellissima fanciulla, la nostalgia per il passato, il rimpianto per ciò che non ha fatto, il silenzio profondo che tutto avvolge, la solitudine più terribile e in seguito ad un naufragio in cui tutti i compagni periscono e in cui lui stesso rischia di morire. La natura nei suoi meravigliosi aspetti (il mare, gli scogli, l'acqua che zampilla pura ed invitante dalle rocce, gli animali nella loro semplicità di vita, le montagne maestose, i fiori e le piante nella loro incomparabile bellezza) sembra accogliere l'errante tormentato come una madre premurosa. Alla fine riesce fortunosamente a giungere in prossimità della sua casa, dei suoi affetti e delle cose che gli sono familiari.

Valutazione Pastorale

è un film in cui i personaggi si scambiano pochissime battute e per di più in un linguaggio incomprensibile che tuttavia è musicale e quindi gradevole all'orecchio. Alla mancanza di parole e di colonna sonora compensano la forza delle immagini così espressive e la ricchezza dei rumori e dei suoni della natura (lo scorrere dell'acqua, il fragore del mare in tempesta, il movimento delle fronde mosse dal vento, i versi degli animali). La fotografia è bellissima e suggestiva anche se a volte appare fine a se stessa e proposta in modo esasperatamente calligrafico. Ci sono nel film molti riferimenti mitologici (il protagonista ricorda molto da vicino Ulisse con la sua ansia continua di conoscenza in perenne lotta col fato avverso). C'è un senso di grande armonia nell'intera vicenda e intensa contemplazione estetica nel protagonista: ogni avvenimento è presentato in chiave poetica estremamente raffinata ed elegante, interessante da un punto di vista formale. Anche la scena dell'amplesso è casta poiché la natura intera partecipa all'amore dei protagonisti in una specie di inno alla vita. Ogni situazione e sequenza è fortemente condizionata da aspetti letterari. Il film appare a volte estremamente tento ed eccessivamente lungo con immagini sospese e volutamente indefinite. È un'operazione insolita, un tentativo di rappresentare cinematograficamente una certa visione del sogno, dell'immaginazione e del godimento interiore di fronte alla natura e agli avvenimenti della vita dell'uomo.

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