Notti magiche

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Cinema nel cinema, Giovani
Genere
Commedia, Drammatico
Regia
Paolo Virzì
Durata
125'
Anno di uscita
2018
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Id.
Distribuzione
01 Distribution
Soggetto e Sceneggiatura
Soggetto: Paolo Virzì. Sceneggiatura: Francesca Archibugi, Paolo Virzì e Francesco Piccolo
Fotografia
Vladan Radovic
Musiche
Carlo Virzì
Montaggio
Jacopo Quadri

Prod.: Marco Belardi, Ivan Fiorini

Interpreti e ruoli

Irene Vetere (Eugenia Malaspina), Giovanni Toscano (Luciano Ambrogi), Mauro Lamantia (Antonino Scordia), Roberto Herlitzka (Fulvio Zappellini), Giancarlo Giannini (Leandro Saponaro), Marina Rocco (Giusy Fusacchia), Giulio Scarpati (Salvatore Malaspina), Paolo Sassanelli (Capitano dei Carabinieri), Ludovica Modugno (Avvocatessa)

Soggetto

Mentre sono in corso i mondiali del 1990, tre giovani (due ragazzi e una ragazza) arrivano a Roma, invitati per partecipare alla serata finale del Premio Solinas. Hanno caratteri molto diversi tra loro e, a contatto col mondo del cinema romano, ben presto scoprono a loro spese che non si tratta di un luogo dorato fatto di lustrini e scintille, ma di sotterfugi, rivalità e invidie…

Valutazione Pastorale

Paolo Virzì ha frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia alla fine degli anni ’80, per poi esordire con il film “La bella vita” nel 1994. Allievo dei nomi che hanno fatto il grande cinema italiano (Age, Scarpelli, Monicelli…), si è poi fatto conoscere dal pubblico con titoli tutti caratterizzati da una vena dolce/amara tra il drammatico e il brillante quali "Ovosodo”, “Tutta la vita davanti”, “La prima cosa bella”, “Il capitale umano”, “La pazza gioia”. Era forse prevedibile che arrivasse oggi a confrontarsi con quello che è il suo universo di riferimento, un posto insieme piccolo e immenso, ora aperto a disincantata fantasia ora chiuso da meschine solitudini. Il loro sguardo corre attraverso gli occhi dei ragazzi protagonisti e ritrae una realtà variegata e deformata. L’entusiasmo iniziale lascia a poco a poco il posto alla constatazione che quelle persone, accanto all'indubbio valore professionale, restano legate a spinte verso improvvisazione e superficialità, quando non si toccano anche cialtroneria e delusioni più profonde. Virzì accosta “La dolce vita”, riproponendo uno scenario felliniano aggravato dai 50 anni trascorsi nel frattempo e con ben pochi cambiamenti intervenuti. L’accostamento comporta qualche rischio, infatti il taglio narrativo non appare sempre controllato e il racconto risulta un po’ sovraccarico, di cose, di personaggi, di fatti. Come se alla fine si ripetesse il gioco che segnava quel titolo: non era dolce la vita che si svolgeva a Roma nel 1960, non sono magiche le notti in quella del 1990. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in altre successive occasioni come esempio di commedia italiana che recupera suggestioni del cinema del passato mentre fa il bilancio (critico) di quello attuale.

Le altre valutazioni

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