Nowhere Special

Valutazione
Consigliabile, poetico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Bambini, Dolore, Educazione, Famiglia, Famiglia - genitori figli, Fede, Lavoro, Malattia, Metafore del nostro tempo, Morte, Politica-Società, Povertà, Scuola, Solidarietà
Genere
Regia
Uberto Pasolini
Durata
96'
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Italia, Regno Unito, Romania
Titolo Originale
Nowhere Special
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Uberto Pasolini
Fotografia
Marius Panduru
Musiche
Andrew Simon McAllister
Montaggio
Masahiro Hirakubo, Saska Simpson
Produzione
Picomedia (Roberto Sessa), Red Wave Films - Nowhere Special (Uberto Pasolini), Digital Cube (Cristian Nicolescu), Rai Cinema Eurimages, CNC, MIBACT, Northern Ireland Screen

Presentato nella sezione Orizzonti alla 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia

Interpreti e ruoli

James Norton (John), Daniel Lamont (Michael), Eileen O'Higgins (Shona), Valerie Kane (Celia), Chris Corrigan (Gerry), Louise Matthews (Laura), Keith McErlean (Philip)

Soggetto

Prendendo le mosse da un fatto di cronaca nel Regno Unito, il regista Uberto Pasolini racconta la storia di John e Micheal, un padre trentenne e il suo bambino di 4 anni. John è affetto da una malattia incurabile e cerca di trovare dei genitori adatti a prendersi cura di suo figlio Michael...

Valutazione Pastorale

Con il suo bellissimo “Still Life” nel 2013 il regista Uberto Pasolini ha conquistato tutti per il suo racconto sociale, per il suo indagare gli ultimi sulla stessa direttrice di Ken Loach ma con uno stile delicato e poetico. A distanza di sette anni ritorna con una proposta altrettanto potente e struggente. Parliamo di “Nowhere Special” (2020), film presentato in concorso nella sezione Orizzonti alla 77a Mostra del Cinema della Biennale di Venezia. Partendo da un caso di cronaca, Uberto Pasolini ci racconta la vicenda in Inghilterra del trentenne John (James Norton), di professione lavavetri e padre solo di un bambino, Michael, di appena quattro anni. John conduce una vita onesta e semplice, arrivando a fine mese a fatica ma sempre con il sorriso e grande umiltà. La sua quotidianità viene stravolta dalla scoperta di una malattia incurabile: a John rimangono pochi mesi di vita e deve provvedere al futuro del suo bambino. Accompagnato da un’assistente sociale, inizia a incontrare varie famiglie in cerca della realtà migliore per accogliere il proprio figlio: non vuole genitori benestanti, ma persone capaci di accogliere il figlio Michael con tenerezza e di fornirgli gli stimoli più consoni all’educazione che ha in mente, l’educazione del cuore. Uberto Pasolini si conferma un grande narratore di periferie e di sentimenti; e come nel precedente film, in “Nowhere special” ci racconta una storia piccola, ma di grande pathos e raffinatezza. Non entra nel dramma del giovane padre cercando il ricatto emotivo nello spettatore, bensì si sofferma a tratteggiare la tempesta di emozioni che esplodono nel cuore dell’uomo e nel contempo tutta la sua resilienza come padre, attento e premuroso nei confronti di quel figlio da cui si deve separare. “Nowhere Special” ha una pulizia visiva notevole, molto composto nella gestione delle emozioni e capace di toccare tutte le corde umane in campo. Uberto Pasolini e l’interprete James Norton danno slancio a un film struggente, che scalda con accese e vibranti emozioni, non facendo mancare dall’orizzonte la possibilità della speranza. Seppure minacciato dalla presenza ingombrante della morte, il racconto non le concede l’ultima parola: è l’amore a inondare lo schermo, regalando lacrime di bella commozione. Dal punto di vista pastorale il film “Nowhere Special” è da valutare come consigliabile, poetico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni di dibattito. "Nowhere special" mette a tema il rapporto genitore-figlio, in particolare la figura paterna, al centro anche della riflessione pastorale nell'anno dedicato a san Giuseppe. "Nowhere special" esplora il tema della malattia e della morte con uno sguardo che si carica però di possibilità e speranza.

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