ORATORIO DI NATALE

Valutazione
Discutibile, ambiguità
Tematica
Famiglia - genitori figli, Malattia, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Kjell-Ake Andersson
Durata
124'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Svezia
Titolo Originale
CHRISTMAS ORATORIO
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Kiell Sundstedt, Kiell dal romanzo omonimo di Goran Tunstrom
Musiche
Stefan Nilsson

Sogg.: dal romanzo omonimo di Goran Tunstrom - Scenegg.: Kiell Sundstedt, Kiell-Ake Andersson - Foto-gr.: (Panoramica/a colori) Harald Paalgard - Mus.: Stefan Nilsson - Mon-tagg.: Darek Hodor - Dur.: 124' - Produz.: Sandrew Film, Sveriges Televi-sion Goteborg

Interpreti e ruoli

Peter Haber (Aron), Johan Widerberg (Sidner), Henrik Linnros (Sidner bambino), Lena Endre (Solveig), Viveka Seldahl (Fanny), Fiona Mogridge (Tessa), Krister Henriksson (Victor), Sif Ruud, Tomas Von Bromssen, Robbie Baines, Glenis Levestam, Sophia Johannson.

Soggetto

Negli anni Trenta in un paesino svedese, la giovane Solveig corre in bicicletta per partecipare alle prove dell’ Oratorio di Natale, una cantata di Bach che dovrà essere eseguita nella vicina chiesetta di campagna. Ma lungo la strada Solveig, travolta da una mandria di mucche, cade e muore. L’avve-nimento sconvolge la vita della sua famiglia. Il marito Aron, con i figli Sid-ner e Eva Lisa, si trasferisce in una cittadina vicina, trova lavoro ma si allon-tana a poco a poco dal mondo reale, creandosene un altro, nel quale vive nel-l’attesa del ritorno di Solveig. Casualmente entra in contatto con Tessa, una radioamatrice che vive sola e maltrattata in Nuova Zelanda, e con lei inizia una fitta corrispondenza. Intanto Sidner, arrivato a 16 anni, incontra Fanny, donna dolce ed eccentrica molto più grande di lui, che lo attira e lo conqui-sta. Insieme hanno un figlio, Victor. Nel frattempo Aron, che vive in un equilibrio sempre più precario, decide di partire per la Nuova Zelanda per andare a conoscere Tessa. La famiglia è ormai sfasciata e dispersa. Ai giorni nostri, ormai adulto, Victor è diventato musicista e, in una fredda mattina d’inverno, si appresta a realizzare il sogno di Solveig: eseguire l’Oratorio di Natale nella piccola chiesetta di campagna.

Valutazione Pastorale

il film è tratto dal romanzo omonimo scritto nel 1983 da Goran Tunstrom, uno dei più famosi scrittori svedesi contempora-nei, figlio di un pastore protestante morto quando lui aveva solo 12 anni. Al pari del romanzo, il film è un insieme di realismo e fantasia, una storia d’a-more e di desiderio sulla capacità che hanno uomini e donne di trovare in qualche modo una luce che indichi loro la strada per affrontare i dolori più profondi. La storia quindi è cadenzata sui toni della saga, con uno sviluppo che copre più generazioni , tanti eventi drammatici, la guerra, la malattia, la violenza in famiglia, follia, felicità, dolore, nascite e morti. Niente viene risparmiato e tutto è visto nell’ottica di quella spiritualità protestante dove fatalismo, destino, senso del peccato e del perdono si intrecciano in modi forti, spesso crudi ma anche aperti a squarci di felicità e poesia. Dal punto di vista pastorale, appare interessante porre l’attenzione proprio su questa reli-giosità nord-europea, che è la stessa portata a toni alti e sofferti da Ingmar Bergman. Ed è un elemento utile del film, sul piano conoscitivo, accanto però, va precisato, a situazioni troppo calcate sul piano emotivo, che creano qualche ambiguità. Utilizzazione: per il suo vigoroso ritmo narrativo, il film può essere utilizza-to in programmazione ordinaria, con evidente attenzione per la presenza dei minori. In altri contesti, può risultare utile come esempio di film attraverso il quale si esprimono la religiosità, il pensare e il sentire della società svedese contemporanea.

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