OVUNQUE SEI

Valutazione
Inconsistente, superficialità
Tematica
Solidarietà-Amore, Teatro
Genere
Drammatico
Regia
Michele Placido
Durata
85'
Anno di uscita
2004
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Ludovico Einaudi

Orig.: Italia (2004) - Sogg. e scenegg.: Umberto Contarello, Francesco Piccolo, Michele Placido, Domenico Starnone - Fotogr.(Panoramica/a colori): Luca Bigazzi - Mus.: Ludovico Einaudi - Montagg.:Esmeralda Calabria - Dur.: 85' - Produz.: Riccardo Tozzi, Giovanni Stabilini, Marco Chimenz.

Interpreti e ruoli

Stefano Accorsi (Matteo), Barbora Bobulova (Emma), Violante Placido (Elena), Leonardo (Stefano Dionisi), Giuditta Saltarini . (Rita), Massimo De Francovich (Carlo), Donato Placido. (Vincenzo), Giuseppe De Marco . (Tommaso)

Soggetto

Nello stesso ospedale, Matteo é infermiere, la moglie Emma é chirurgo. Una notte Matteo é di turno sull'ambulanza: la durezza del servizio é alleviata dall'attrazione che prova per Elena, giovane volontaria che fa esperienza di pronto soccorso. Nello stessa notte, Emma partecipa all'operazione su un malato grave insieme al primario Leonardo. Dopo l'intervento, Emma, stanca e nervosa, finisce col cedere alle avances di Leonardo, che la corteggia da tempo, e ha un rapporto con lui. Da direzioni opposte, Leonardo, che sta tornando a casa in macchina, e Matteo, sull'ambulanza, si scontrano. L'ambulanza vola nel Tevere. Lontani dal luogo dell'incidente, Matteo ed Elena si rialzano disorientati, soli. La loro storia d'amore comincia e procede dentro uno strano stordimento, nel quale si muovono tra dubbi, rimorsi, incettezze. Emma piange il marito morto. Matteo e Elena vivono ormai in un'altra dimensione.

Valutazione Pastorale

Sembra corretto dare la parola a Michele Placido, cosceneggiatore e regista: "...Volevo raccontare una storia che avesse al centro il sentimento della morte o, meglio, il sentirsi morire...di Pirandello mi piaceva soprattutto come lui non racconta la morte ma la vita che si attarda, che non se ne vuole andare, che diventa nostalgia...mi pareva che non si potesse raccontare il sentimento della morte se non raccontando un amore vero, assoluto e bruscamente interrotto innanzitutto dai movimenti misteriosi della vita...ho cercato di rappresentare l'accettazione serena dell'uscita dal mondo e, insieme, con un legame molto stretto, l'acquietarsi del dolore dei vivi". Temi alti, dunque, e obiettivi importanti. Dei quali tuttavia si fatica a trovare traccia nello svolgimento. Va detto infatti che, dopo un inizio incisivo e accattivante, il racconto scade in un inarrestabile annebbiamento di idee e di soluzioni visive, si ingolfa in un rimpallo di situazioni tra vita e morte, tra realtà e iperrealtà solo descrittivo, mai veramente sofferto o drammatico. Di Pirandello mancano sia lo stupore agghiacciato del "sentirsi" vivi sia il doloroso mistero del poter essere già morti. Carente nel tratteggio narrativo e svuotato nelle psicologie dei personaggi, il tentativo di Placido naufraga nell'impossibilità di costruire qualcosa sul pochissimo a disposizione. L'insipida presenza di Stefano Accorsi nel ruolo di Matteo non aiuta certo l'operazione. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inconsistente, e segnato da costante superficialità. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, tenendo conto di quanto detto sopra. Qualche attenzione é da riservare per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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