PAURA.COM

Valutazione
Inaccettabile, farneticante
Tematica
Internet
Genere
Horror
Regia
William Malone
Durata
102'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo
Titolo Originale
FearDotCom
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Josephine Coyle Moshé Diamant
Musiche
Nicholas Pike
Montaggio
Alan Strachan

Orig.: Gran Bretagna/Germania/Lussemburgo (2002) - Sogg.: Moshé Diamant - Scenegg.: Josephine Coyle - Fotogr.(Scope/a colori): Christian Sebaldt - Mus.: Nicholas Pike - Montagg.: Alan Strachan - Dur.: 102' - Produz.: Moshé e Limor Diamant - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Stephen Dorff (Mike), Natascha McElhone (Terry), Stephen Rea (Alistair), Udo Kier (Polidori), Amelia Curtis (Denise), Michel Sarrazin (Frank Bryant), Jeffrey Combs (Styles), Nigel Terry (Turnbull)

Soggetto

Un uomo, un certo Polidori, muore sotto un treno della metropolitana. Dopo quello si susseguono altri delitti: il detective Mike nota che a tutte le vittime esce il sangue dal naso. Volendo sapere se erano in preda ad un virus, ne incarica la ricercatrice della Sanità Terry. Insieme verificano che un particolare lega i vari omicidi: la morte è avvenuta entro 48 ore da quando ciascuna delle vittime si era collegata con il sito Paura.com. Dopo qualche diffidenza iniziale, anche Mike e Terry in momenti diversi entrano nel sito in cui si vedono persone sottoposte a sadiche violenze. Le indagini portano a scoprire la fotografia di una ragazza, Jinny, che da piccola era emofila e un dottore, un certo Alistair, aveva poi contribuito a far morire. Alistair ora si esibisce sul sito in una rituale forma di vendetta. Non serve che Terry, abbia ritrovato sott'acqua il corpo di Jinni. Mike riesce a raggiungere Alistair. Terry spara al medico, che prima aveva colpito Mike. Alistair muore. Anche Mike resta privo di vita. Ora a casa Terry è sola con il suo gatto.

Valutazione Pastorale

E' ormai ampiamente confermato che lo scenario sul quale si muovono i 'nuovi' horror del terzo millennio é quello originato da tecnologie e sistemi di comunicazione: video, computer, internet da "The ring" a "My little eye". Certi siti internet sono nascosti, vi si accede in modo personalizzato, si crea un circolo vizioso di spettatori individuali eppure coinvolti in squallide operazioni internazionali. Il copione si ripete in questo caso, appesantendo oltre il lecito una serie di stereotipi ormai già logori e insulsi. Un conto infatti è denunciare l'uso negativo di uno strumento (internet) che ha anche valenze positive, un altro é prenderlo a pretesto per costruirci sopra una storia pasticciata e priva di logica, tesa solo a mettere in fila una serie di situazioni e immagini truculente e perverse. Tutto è talmente disordinato e sconnesso da risultare evidente che si tratta di una bassa operazione di speculazione commerciale su argomenti fin troppo seri. Qui la paura è provocata nello spettatore solo per far emergere in lui istinti di morbosità e voyeurismo. Non bastano atmosfere buie alla "Seven" o ambienti anni '50 per giustificare un racconto che si chiude su se stesso senza la minima motivazione. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, e nell'insieme farneticante. UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria che in altre cisrcostanze. Molta attenzione é da tenere per i minori in caso di passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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