PENSAVO FOSSE AMORE: … INVECE ERA UN CALESSE

Valutazione
Inaccettabile, Negativo
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Massimo Troisi
Durata
115'
Anno di uscita
1991
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
PENSAVO FOSSE AMORE: ... INVECE ERA UN CALESSE
Distribuzione
Penta Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Anna Pavignano, Massimo Troisi
Musiche
Pino Daniele
Montaggio
Angelo Nicolini

Sogg. e Scenegg.: Anna Pavignano, Massimo Troisi - Fotogr.: (panoramica/a colori) Camillo Bazzoni - Mus.: Pino Daniele - Montagg.: Angelo Nicolini - Dur.: 115' - Prod. Esterno Mediterraneo Film, C.G. Group Tiger Cinematografica

Interpreti e ruoli

Massimo Troisi (Tomaso), Francesca Neri (Cecilia), Angelo Orlando (Amedeo), Alessia Salustri (Chiara), Natalia Bizzi (Flora), Nuccia Fumo (Enea), Marco Messeri, Corrado Taranto, Anna Teresa Rossini, Pia Velsi

Soggetto

gestore lui di un ristorante, lei di una libreria nei pressi, Tomaso e Cecilia convivono e, a quanto si direbbe, si amano. Ma alla viglia delle nozze, per le quali si è occupato Amedeo, un intellettuale amico di Tomaso, la donna rifiuta la cerimonia, accusando Tomaso di pigrizia e tradimenti. Quel matrimonio non si ha da fare. Sgomento e gelosia del giovanotto, in una città come Napoli dove tutto e tutti a cominciare dai posteggiatori ciechi secondo un vecchio luogo comune sembrano ritenere l'Amore come lo scopo della vita. Il mancato sposo si macera nella sofferenza; sproloquia con Amedeo (in attesa di sposare Flora); ignora del tutto la passione di una ragazzetta (Chiara, sorella dell'amico), la quale tenta per amore di avvelenarlo e, quando apprende che la sua ex-compagna ha un innamorato, Enea, consulta una fattucchiera. Enea è un tipo solare e bizzarro, quanto Tomaso è pigro ed introverso e ciò ha come ipnotizzato la bella Cecilia. Ad un certo momento Enea si rivela anche generoso: ha capito che in fondo la donna ama ancora il fidanzato ed a questi la lascia, purché a quanto dice sappia renderla felice. E scompare partendo per l'Afirica. Mentre si preparano per la secondi volta le nozze, Tomaso si accorge con rinnovati timori che, ad essere sinceri, l'amore è latitante. Non va al rito nuziale, come se ne fosse terrorizzato: lei lo cerca dopo la sua vana attesa di sposa davanti all'altare e lo ritrova in un bar. Tomaso afferma "che un uomo e una donna sono in realtà i meno adatti a contrarre il matrimonio".

Valutazione Pastorale

una commedia dei sentimenti, che nella sua fragilità induce a pensare più alle impressioni, che all'Amore autentico. Con questo film Troisi con estenuanti sproloqui infarciti di cinismo e di paure auspica il rifugiarsi in una specie di limbo dei sensi e degli affetti, lasciando perdere vincoli consacrati. Tesi più cinica che amara, comunque compromissoria e deludente, espressione di poco coraggio umano e di scarsissima fiducia, in sé e nell'altro membro della coppia, per non soffermarci sullo stesso aspetto spirituale e sacramentale del matrimonio, al quale viene qui riservata una mal celata irrisione. Allo scopo, tuttavia, di affermare la tesi in questione, a Troisi sono stati necessari ben oltre i nove decimi del film, di cui è soggettista, sceneggiatore e regista, oltreché interprete. Ad una vicenda piatta, condotta spesso in cifre di sceneggiata, si aggiunge l'incessante farfugliare e gesticolare dell'attore, il quale si ostina ad autocrocifiggersi in uno stereòtipo, facendo torto a certe sue innegabili qualità. In realtà il lavoro si rivela spesso fastidioso e con molte forzature di tono. Si può essere interessati dal tipo di comicità di Massimo Troisi, una comicità che in fondo è filtrata, sfiora volentieri il paradosso e rifugge dalla platealità di altre sugli schermi, qui però vi è un tale eccesso di contorsioni verbali, di fonèrni e gargarismi, oltre che di pupille roteanti e strizzatine d'occhio, che si finisce con il diventare insofferenti. Nessuno che sia in buona fede e messi da parte effetti ed effettucci puramente di scena e financo cabarettistici può negare la sostanziale negatività del tema di fondo di questa commedia del genere sentimentale, esangue e infarcita di chiacchiere.

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