POETI DALL’INFERNO

Valutazione
Inaccettabile, Squallido
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Agnieszka Holland
Durata
105'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
TOTAL ECLIPSE
Distribuzione
Lucky Red
Soggetto e Sceneggiatura
Christopher Hampton tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Christopher Hampton
Musiche
Autori vari

Sogg.: tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Christopher Hampton - Scenegg.: Christopher Hampton -Fotogr.: (panoramica/ a colori) Yourgos Arvante - Mus.: Autori vari - Mon-tagg.: Isabelle Lorente - Dur.: 105' - Produz.: Jean-Pierre Ramsay VIETATO AI MINORI DEGLI ANNI QUATTORDICI

Interpreti e ruoli

David Thewlis (Paul Verlaine), Leonardo Di Caprio (Jean-Arthur Rimbaud), Romane Bohringer (Mathilde Verlaine), Dominique Blanc (Isabelle Rimbaud)

Soggetto

Nel 1871, l'affermato poeta Paul Verlaine invita a Parigi Jean-Arthur Rimbaud, un arrogante adolescente, che da tempo gli invia poesie. Verlaine trova negli scritti di Rimbaud qualcosa di assolutamente unico, geniale. Rimbaud non è un poeta che esprime le sue vibrazioni interiori in modo convenzionale: animato da una esasperata tensione nella ricerca del vero, sfoga questo suo bisogno manifestando senza alcun limite o compro-messo la sua filosofia della vita. Verlaine (sposato con Mathilde da cui ha avuto un figlio, psichicamente vulnerato dall'abuso di assenzio e costretto dall'indigenza a vivere con i genitori della moglie) rimane ulteriormente sconvolto dall'incontro con Rimbaud e la proposta dello spregiudicato giova-ne di condividere arte e "alcova" gli appare come una insperata via per sfug-gire alla pesantezza della propria esistenza. Divenuti amanti, quando Jean-Arthur comunica a Paul di voler partire per Londra, questi approfitta dell'oc-casione e abbandona Mathilde. Ma la vita diventa difficile: il denaro è scarso e Jean-Arthur, convinto che la sua poesia è la cosa più importante, non inten-dendo rinunciarvi per lavorare, obbliga Paul a mantenere entrambi. Quando una profonda depressione impedisce a Rimbaud di continuare a scrivere, esu-beranza e frenesie cedono il posto alla delusione e nel poeta cresce il deside-rio di trasferirsi in Africa per vivere al limite della esistenza e spingersi fino ai confini della esperienza umana. In un successivo violento alterco Paul ferisce Jean-Arthur con la pistola: viene arrestato per l'accusa di sodomia lanciatagli dalla moglie e condannato. Rimbaud, trasferitosi inizialmente in Germania, infine realizza il suo sogno: gestire uno scalo commerciale in Africa. Verlaine, tornato in libertà, dopo qualche anno (conducendo una vita squallida con una donna di strada e vendendo le proprie liriche per sopravvi-vere), viene contattato da Isabelle Rimbaud che gli racconta in dettaglio gli ultimi anni di vita del fratello Jean-Arthur (affetto da un tumore al ginocchio gli era stata amputata una gamba ed egli, tormentato dal dolore ed in preda al delirio, era morto consumato dalla malattia). Lo scopo della visita di Isabelle diventa chiaro: costei sa che Verlaine possiede alcuni dei più controversi e blasfemi manoscritti del fratello e vuole che siano distrutti. Ma Verlaine decide di non eseguire questa richiesta: quelle poesie dissacranti e di enorme potenza emotiva potranno ricordare Jean-Arthur Rimbaud e la rivoluzione da lui introdotta nell'arte poetica.

Valutazione Pastorale

Basato con approssimazione sul carteggio tra i due poeti, il film offre una ricostruzione storica ed ambientale a tratti lacunosa ed inadeguata mentre il carattere dei due personaggi è piuttosto labile. Il giova-ne Rimbaud, dai tratti marcatamente volgari, risulta poco credibile. Nel film alcune sequenze molto grevi potevano essere evitate o almeno rese meno hard. Approssimativa la ricostruzione della Parigi di fine '800; frettolosa, insignificante ed in parte storicamente falsa la parte "africana" dove Rim-baud commerciava armi. Efficace invece la evocazione del rapporto dram-matico tra il giovane poeta e sua madre. Manca una pur essenziale documen-tazione dell' "arte poetica" di Rimbaud, descritto come l'anticristo che vuole cambiare il mondo. La drammatica, dolorosa conversione di Verlaine è pre-sentata in modo frettoloso ed a tratti farsesco. Di questo film superficiale e pruriginoso che nulla documenta della grandezza di Verlaine si può dire che è il risultato deludente di una operazione anticulturale. Uno spettacolo piutto-sto squallido che non onora il cinema e tradisce la derivazione letteraria.

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