PRIME LUCI DELL’ALBA

Valutazione
Accettabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Disabilità, Famiglia - fratelli sorelle, Giustizia, Mafia
Genere
Drammatico
Regia
Lucio Gaudino
Durata
86'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Lion Pictures
Musiche
Andrea Guerra
Montaggio
Patrizio Marone

Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Nicola Molino - Fotogr.(Panoramica/a colori): Felice De Maria - Mus.: Andrea Guerra - Montagg.: Patrizio Marone - Dur.: 86' - Produz.: Andrea De Liberato, Antonio Fusco per Caviar Produzioni.

Interpreti e ruoli

Gianmarco Tognazzi (Edo), Francesco Giuffrida (Saro), Laura Morante (Anna)

Soggetto

Rimasto a lungo per lavoro fuori d'Italia, Edo, ingegnere capace e stimato, torna a Roma e apprende che un mese prima i genitori sono rimasti vittime di un agguato in Sicilia. Raggiunge subito il proprio luogo di origine e qui, alla stazione, si incontra con Saro, il fratello più giovane, costretto sulla sedia a rotelle. I due si rivedono dopo molto tempo, e la tragicità della circostanza rende tutto più difficile. Edo é un uomo ormai maturo, professionalmente affermato e con una vita autonoma; Saro é fragile e insicuro, spesso preda di sogni e allucinazioni, fenomeni ora aggravati dalla morte violenta dei genitori. Edo capisce ben presto di non potere lasciare il fratello in quelle condizioni, decide di restargli accanto. Inizia così quella che tra i due praticamente non c'è mai stata: una vita in comune, giorno per giorno, a parlare, scambiarsi idee e impressioni. Edo poi si fa vedere in giro, qualcuno lo riconosce e per lui diventa necessario ricostruire un rapporto con quella terra ostile da cui era fuggito. Intanto gli sbalzi caratteriali di Saro sono sempre molto forti: incubi, il volto della madre che gli appare nel sonno, desideri, speranze. Trascorrono fasi di incomprensione, di liti forti, di odio profondo, prima che il passato venga chiarito e il presente possa essere affrontato sulla base di una nuova comprensione. Edo accompagna Saro sulla scogliera di fronte al mare e gli dice che ha sognato il loro vecchio negozio di nuovo aperto. Tu che facevi?, gli chiede Saro. Io t'aiutavo, risponde Edo.

Valutazione Pastorale

Il film é stato girato in sequenza, ossia nello stesso ordine narrativo in cui procede la storia. E' uno dei pochi esempi in questo senso nel cinema italiano, e il significato lo spiega lo stesso regista: " La narrazione va avanti per sovrapposizione, come fosse un racconto epistolare. Una serie di scene che si susseguono quasi indipendenti l'una dall'altra, pagine di un diario, che vanno poi a formare, a costituire un universo complesso di sentimenti e di emozioni forti". Si può aggiungere, come ulteriore chiarimento, che non si tratta di un film sulla mafia, non di una denuncia ma piuttosto della rappresentazione degli effetti che azioni di questo tipo lasciano 'dentro' le persone. Si aprono in questi casi ferite, che la medicina non può curare: dolori che toccano i sentimenti, gli affetti, i legami, che si sedimentano nel profondo dell'anima e restano come ombra sulla vita futura dell'individuo. Su questi sconvolgimenti interiori indaga il film: ed è merito il farlo con estrema semplicità narrativa e visiva. Ciò che resta, e conta, alla fine é l'aver richiamato l'attenzione su effetti che il clamore della cronaca fa quasi sempre mettere in secondo piano. Dal punto di vista pastorale, il film é quindi da accogliere positivamente, accettabile e problematico per i temi che suggerisce da affrontare anche in successivi dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film é da utilizzare in programmazione ordinaria, e da proporre in occasioni mirate per affrontare da un'angolazione nuova e più ampia tragici fenomeni sociali come la mafia e il racket.

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