PROPRIETA’ PRIVATA

Valutazione
Discutibile, Problematico, dibattiti
Tematica
Donna, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Matrimonio - coppia
Genere
Drammatico
Regia
Joachim Lafosse
Durata
92'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Belgio, Francia, Lussemburgo
Titolo Originale
Nue proprieté
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
brani di repertorio
Montaggio
Sophie Vercruysse

Orig.: Belgio/Francia/Lussemburgo (2006) - Sogg. e scenegg.: Joachim Lafosse, Francois Pirot - Fotogr.(Panoramica/a colori): Hichame Alaouie - Mus.: brani di repertorio - Montagg.: Sophie Vercruysse - Dur.: 92' - Produz.: Joseph Roushop.

Interpreti e ruoli

Isabelle Huppert (Pascale), Jeremie Renier (Thierry), Yannick Rénier (Francois), Patrick Descamps (Luc), Kris Cuppens (Jan), Raphaelle Lubansu (Anne), Didier De Neck (Declerc), Dirk Tuypens (Dirk), Sabine Riche . (Gerda)

Soggetto

In una casa di campagna in Belgio, oggi, Pascale, donna matura, vive con i due figli, i gemelli Thierry e Francois. Pascale è divorziata ma lei e il marito, che vive nella zona, si vedono e continuano a litigare. Un giorno Pascale, che non riesce a farsi rispettare dai figli, decide di mettere in vendita la casa e si trasferisce in un altro appartamento. Tra Thierry e Francois é ora lite continua, fin quando uno dei due, in una zuffa, resta colpito molto gravemente. A Pascale, che accorre al suo capezzale, resta il rimorso di non aver saputo prendere la decisione giusta.

Valutazione Pastorale

Dice il regista Lafosse: "Volevo far capire che per Pascale e i suoi gemelli la famiglia é diventata uno spazio di tensione, di rigidità, in cui ciascuno enuncia e regola la propria legge, in cui ciascuno soffre di un'evidente mancanza d'autonomia e di libertà. Il copione descrive l'esplosione di una cellula familiare ma non intende concludersi sulla constatazione di una rottura irrimediabile". Si tratta in effetti di una storia che procede per sbalzi e strappi, freddamente realistica per oltre la metà e poi, paradossalmente, frenata proprio da un eccesso di realismo. A questa sensazione di una scelta narrativa fin troppo raggelata contribuisce certo la recitazione di Isabelle Huppert nel ruolo di Pascal: determinata, cinica, quasi asettica. L'atmosfera generale del racconto rimanda un clima nord europeo nel quale affetti e sentimenti muoiono piuttosto che rivelarsi appieno. Anche il dolore resta nascosto, dietro un certo fatalismo esistenziale. L'elaborazione drammatica è tuttavia coerente, ancorché frammentaria. Dal punto di vista pastorale il film, selezionato in concorso alla Mostra di Venezia 2006, é da valutare come discutibile, problematico e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato, più opportunamente, in altre occasioni, per affrontare il tema 'famiglia' in un contesto invero poco conosciuto.

Le altre valutazioni

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