Orig.: Francia (2017) - Sogg. e scenegg.: Martin Provost - Fotogr.(Panoramica/a colori): Yves Cape - Mus.: Grégoire Hetzel - Montagg.: Albertine Lastera - Dur.:117' - Produz.: Olivier Delbosc.
Interpreti e ruoli
Catherine Frot (Claire), Catherine Deneuve (Beatrice), Olivier Gourmet (Paul), Quentin Dolmaire (Simon), Mylene Demongeot (Rolande), Pauline Etienne (Cécile paziente), Audrey Dana (direttrice del reparto ospedaliero moderno)
Soggetto
Claire, ostetrica vive il proprio lavoro con scrupolo e coscienza, una donna matura che porta attenzione e passione nei problemi all'ospedale. La tranquillità di Claire, che ha un figlio grande ma non un compagno, ha una brusca interruzione quando riceve una telefonata: al telefono riconosce la voce di Brigitte, eccentrica e frivola amante del suo compianto padre. La donna, scomparsa da almeno trent'anni, vuole rivederla e farle alcune comunicazioni...
Valutazione Pastorale
Fin da subito, Claire e Beatrice si posizionano come due caratteri totalmente opposti, se non antitetici: la prima vive a servizio degli altri con principi e valori ai quali non intende rinunciare. Anche sul lavoro, sul suo particolare e delicato lavoro, capisce che il tempo passato sta cambiando le cose. Il piccolo reparto maternità dove ha sempre esercitato, è prossimo a chiudere per essere sostituito da qualcosa che assomiglia ad una 'fabbrica di neonati',una struttura dove la logica del rendimento tende a sostituire il fattore umano. Beatrice si trova dall'altra parte della barricata, abituata ad una vita in perenne movimento fatta di incontri, divertimenti, occasioni gaudenti a tavola e frequentazioni del tavolo da gioco. Una donna che vuole essere libera ma non si chiede in cosa consista questa libertà, soprattutto verso gli altri. In realtà il punto d'incontro tra le due donne matura e si concretizza proprio di fronte alle assenze, alle incertezze, alle paure. A un certo punto, mentre Claire sdegnata e quasi offesa, si allontana per abbandonare Beatrice, scatta la morsa del senso di vuoto. Di fatto è come se entrambe scoprissero che qualcosa le accomuna, che Claire è portata a ricordare la figura del padre come uomo mai troppo amato e tuttavia degno di una memoria meno distratta e approssimativa. Claire attraverso Beatrice rivive un ricordo di cui pensava di essersi liberata, ma ne mette a fuoco la figura attraverso questa donna davanti a lei fragile e debole, tanto aggressiva quanto cattiva solo a parole, ma in realtà del tutto indifesa. Il rapporto cambia al punto che Claire accoglie nella propria casa Beatrice, con un gesto di carità forte e arrischiato, uno slancio che significa voglia di cambiamento e superamento di quelle barriere che le avevano tenute separate e lontane. Allo stesso livello, ad un certo punto, Beatrice, trovandosi ricoverata in ospedale, presenta ai medici Claire come sua figlia, gesto anche questo che denota un cambiamento di grande significato. Il copione riesce a tenere a lungo nascosto la situazione vera di Beatrice e a creare un commosso clima di dolore e di attesa. E quello tra le protagoniste diventa un vero e proprio confronto generazionale di attrici e di cinema: i modi aggressivi della Deneuve, quelli riflessivi della Frot. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.
Utilizzazione
Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni per avviare una riflessione su due caratteri divergenti e sui rispettivi stili di vita. Su quanto si possa si debba cambiare per migliorare e favorire l'incontro con l'altro.