QUIZ SHOW ***

Valutazione
Raccomandabile, Realistico, Dibattiti
Tematica
Mass-media
Genere
Drammatico
Regia
Robert Redford
Durata
132'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
QUIZ SHOW
Distribuzione
Buena Vista International Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Paul Attanasio basato sul libro "Quiz show" di Richard N. Goodwin
Musiche
Mark Isham
Montaggio
Stu Linder

Sogg.: basato sul libro "Quiz show" di Richard N. Goodwin - Scenegg.: Paul Attanasio - Fotogr.: (panoramica/a colori) Michael Ballhaus - Mus.: Mark Isham - Montagg.: Stu Linder - Dur.: 132' - Produz.: Michael Jacobs, Julian Krainin, Michael Nozik

Interpreti e ruoli

John Turturro (Herbie Stempel), Rob Morrow (Richard Goodwin), Ralph Fiennes (Charles Van Doren), David Paymer (Dan Enright), Paul Scofield (Mark Van Doren), Christopher Mc Donald (Jack Barry), Hank Azaria (Albert Freedman), Martin Scorsese, Barry Levinson, Johann Carlo, Allan Rich, Mira Sorvino, Elizabeth Wilson

Soggetto

Stati Uniti, 1958. Al popolare quiz televisivo "Twenty One", presentato da Jack Barry, il fenomeno Herbie Stempel, ebreo rappresentante della classe medio-bassa del paese, secondo i produttori del programma, Dan Enright e Albert Freedman, ha poca audience. Costoro lo convincono ad autoeliminarsi non rispondendo ad una banale domanda sul cinema per dare spazio al rampollo di una delle più blasonate famiglie d'America, i Van Doren. Figlio dell'illustre poeta Mark, Charles è bello, biondo, e dotato di una cultura enciclopedica. Visto che l'audience aumenta, Enright convince questi ad accettare dapprima le domande in anticipo, e poi addirittura le risposte. Stempel, che ha ricevuto vane promesse da Enright per una carriera televisiva, decide di denunciare il programma per frode, ma i risultati dell'inchiesta, per decisione del giudice, restano segreti. Ciò insospettisce Richard Goodwin, avvocato del Sottocomitato del Congresso sul controllo legislativo, il quale, iniziando un'indagine sui concorrenti del quiz, riesce ad incontrare Herbie, che naturalmente denuncia la vera situazione. Ma al processo (mentre Van Doren, che è diventato un vero idolo nazionale, si rifiuta inizialmente di testimoniare) il carattere impetuoso di Stempel e le cure psichiatriche cui si è sottoposto dopo la forzata uscita dal quiz lo mettono in cattiva luce presso la giuria. Tuttavia un altro concorrente mostra a Goodwin la lettera che lui stesso si è spedita in anticipo con le risposte del quiz, dimostrando la frode. Charles Van Doren, messo alle strette e confidatosi col padre, decide di fare pubblica ammenda delle sue colpe, ed Enright e Freedman vengono sospesi dall'attività televisiva. Ma il pubblico ha memoria corta: i due produttori tornano ben presto ad imperversare e lo sponsor a sponsorizzare il suo "Gerital" anche se ha dolosamente influenzato il programma a quiz.

Valutazione Pastorale

Evitando di cadere nel giornalistico e nello scandalistico, il regista Robert Redford acuisce l'interesse destato dalla storicità della vicenda con un disegno psicologico assai fine dei protagonisti, interpretati da uno stuolo di attori eccellenti, con una menzione speciale per Ralph Fiennes e John Turturro. La manipolazione da parte della televisione di concorrenti e pubblico, la corruzione delle coscienze grazie alla lusinga della popolarità e del denaro, la complicità ad alto livello tra esponenti di vari settori della vita pubblica, da quello dello spettacolo all'industria, fino a quello della giustizia, con inchieste e processi, tutto viene abilmente miscelato in un film a metà tra inchiesta e thriller giudiziario, con continui capovolgimenti di scena, che assicurano al pur lungo film un ritmo invidiabile. Pastoralmente è da consigliare un film del genere, per l'insegnamento che se ne può e se ne deve trarre a diversi livelli: non sarebbe male se la gente si abituasse a tenere il mezzo televisivo a distanza di sicurezza, in un'era dove il video quiz sembra diventato una sorta di straordinario per tanta gente, abituata sempre più all'acquisizione di somme, anche consistenti, immediata e facile, attraverso domandine risibili, il che costituisce sul piano della serietà e dell'impegno nel mondo del lavoro un deterrente dal potere destabilizzante difficilmente quantificabile.

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