RACCONTO D’INVERNO

Valutazione
Discutibile, Complesso
Tematica
Aborto, Donna
Genere
Commedia
Regia
Eric Rommer
Durata
117'
Anno di uscita
1992
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
CONTE D'HIVER
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Eric Rommer
Musiche
Sebastien Erms
Montaggio
Mary Stephen

Sogg. e Scenegg.: Eric Rommer - Fotogr.: (panoramica/a colori) Luc Pages - Mus.: Sebastien Erms - Montagg.: Mary Stephen - Dur.: 117' - Produz.: Les Films du Losange, C.E.R.

Interpreti e ruoli

Charlotte Very (Felicie), Frederic Van Den Driessche (Charles), Hervé Furic (Loic), Michel Voletti (Maxence), Ava Loraschi (Elise), Christiane Desbois (La madre), Haydee Caillot (Edvige), Jean Claude Biette, Marie Riviere, Claudine Paringaux

Soggetto

la giovane Felicie, che lavora in un salone di bellezza, a Parigi, di proprietà del parrucchiere Maxence, trascorre la notte talvolta nella periferia ovest della città dal suo innamorato Loic, un bibliotecario, talvolta nella periferia sud dalla madre a cui ha affidato Elise, la piccola figlia che ha avuto quattro anni prima dal giovane Charles, un cuoco incontrato in Bretagna durante l'estate e del quale ha perso le tracce. Non sopportando l'intellettualità di Loic, Felicie accetta la proposta di Maxence, che si è innamorato di lei, di trasferirsi a Nevers con lui. In realtà la donna non è innamorata di nessuno dei due mentre è ossessionata dal vivo ricordo di Charles. Ha perduto la speranza di ritrovarlo, ma immagina di vederlo ovunque e giunge perfino a correre dietro una figura di uomo in cui ha creduto di riconoscere colui che per lei è sempre stato e sempre sarà l'unico grande amore della vita. Tornata da sua madre a Parigi, trovandosi sulla metropolitana con Elise incontra per caso Charles con il quale finalmente può ricongiungersi.

Valutazione Pastorale

nel film di Rommer tutto ha sempre origine da un incidente. Qui ci sono addirittura due contrattempi concomitanti: lei sbaglia il proprio indirizzo nel darlo all'amato parente, lui non pensa a darle un suo recapito in America. "Racconto d'inverno" non pare una delle opere migliori del celebre regista. La vicenda è imperniata su Felicie, una ragazza inquieta, che, nel suo intimo spera ancora, in maniera del tutto irrazionale, di ritrovare dopo alcuni anni il suo grande amore. Intanto però ha due amanti, fra i quali non sa decidersi, cosicchè finiscono col diventare irritanti i continui passaggi della protagonista dal parrucchiere Maxence al filosofo Loic, e viceversa, i quali, del resto, si rassegnano molto facilmente ad essere lasciati da lei improvvisamente. Solo la figura della ragazza è credibile, perché presenta una creatura realmente reperibile nella società d'oggi, che, coi suoi cambiamenti di decisione, è capace di distruggere la vita degli altri, senza darsene pensiero. È positivo, però, il fatto che Felice non abbia neppure pensato di abortire, pur non avendo notizie del padre della sua bambina, e che la meditazione fatta in chiesa abbia fatto capire al suo spirito confuso che per unirsi ad un uomo per sempre deve amarlo di un immenso amore, e non di un amoretto. Quindi nel film si alternano parti positive ed efficaci a molte altre piuttosto ripetitive e noiose. Ciò che però turba veramente l'equilibrio del lavoro è il finale, così edulcorato da provocare una grossa caduta di tono e arrivare al feuilleton.

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