RED ROAD

Valutazione
Discutibile, scabrosità *
Tematica
Famiglia, Giustizia, Male, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Andrea Arnold
Durata
112'
Anno di uscita
2007
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
Red Road
Distribuzione
Fandango
Soggetto e Sceneggiatura
Andrea Arnold basato sui personaggi creati da Lone Scherfing e Anders Thomas Jensen
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Nicholas Chaudeurge

Orig.: Gran Bretagna (2006) - Sogg.: basato sui personaggi creati da Lone Scherfing e Anders Thomas Jensen - Scenegg.: Andrea Arnold - Fotogr.(Panoramica/a colori): Robbie Ryan - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Nicholas Chaudeurge - Dur.: 112' - Produz.: Carrie Comerford - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Kate Dickie (Jackie), Tony Curran (Clyde), Martin Compston (Stevie), Natalie Press (April), Paul Higgins . (Avery), Andy Armour (Alfred), Jessica Angus (Bronwyn), Martin McCardie (Angus), Martin O'Neill (Frank), Cora Bissett (Jo), Annie Bain (zia Kath), Anne Kidd . (Brenda)

Soggetto

Nel quartiere periferico di Glasgow chiamato Red Road, Jackie lavora come operatrice in un centro di sorveglianza con telecamere a circuito chiuso. Un giorno sul monitor le appare la figura di un uomo che pensava di aver dimenticato. Si informa: soltanto dopo 6 anni Clyde (così si chiama) è stato rimesso in libertà per buona condotta. Doveva scontare dieci anni di galera per avere sotto effetto di stupefacenti sbandato con la macchina, investito e ucciso un uomo e una bambina: il marito e la figlia di Jackie. Stravolta, incredula e decisa a non rassegnarsi, la donna comincia a tessere una sottile trama. Si incontra con Clyde, si fa corteggiare, lo segue a casa, ha un rapporto con lui. Poi simula di essere stata violentata, avverte la polizia, che arresta di nuovo Clyde. Da quel momento il rimorso si impadronisce di lei. Smentisce il fatto, facendo liberare l'uomo, con il quale ha un colloquio liberatorio. Quindi va a trovare i genitori del marito morto e con loro, dopo tanto tempo, riesce a prendere un tè.

Valutazione Pastorale

Va detto subito, ad evitare equivoci possibili e comprensibili: il racconto prevede alcuni momenti forti e la sequenza del rapporto tra Jackie e Clyde particolarmente 'esposta', diretta, in qualche modo disturbante. Ma va aggiunto altresì che questi passaggi risultano in linea con un copione di bella incisività, realistico nelle sue aspre cornici urbane: la periferia di Glasgow, i palazzoni anonimi, le strade vuote, i bar pieni di birra e alcool. La cornice é pertinente e rimanda ad una sorta di pessimismo esistenziale che appare il vero protagonista nelle città nord europee, tra depressione e incapacità di reagire. Il dramma di Jackie è invece il contrario: la sua felicità familiare stroncata per caso costruisce quel dolore che come un macigno ti sale dentro e non vuole mai andare via. Il percorso di Jackie va tuttavia nelle direzione di liberarsene, e nel finale si apre l'atteso spiraglio di luce. Forse una nuova vita può cominciare. Certo ci vogliono crudezze, e la rottura dell'intimità per superare gli ostacoli e il ricordo di essere stata una madre. La regista, esordiente, controlla gli spasimi della passione e scandisce con precisione le fasi di una sofferenza che non lascia mai il volto della protagonista. C'è materia di riflessione dunque, e per questo il film, dal punto di vista pastorale, viene valutato come discutibile, pur sottolineandone ancora le scabrosità, tali da indirizzarlo ad un pubblico maturo e ben consapevole. UTILIZZAZIONE: il film ha il divieto ai 14 anni. E non è da rivolgere, come si diceva ad un pubblico generalizzato, che potrebbe non sentirsi coinvolto. Ovviamente moltissima attenzione é da tenere per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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