REQUIEM

Valutazione
ambiguo, Discutibile, dibattiti
Tematica
Famiglia, Giovani, Tematiche religiose
Genere
Drammatico
Regia
Hans Christian Schmid
Durata
93'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Germania
Titolo Originale
Requiem
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Bernd Lange basato su una storia realmente accaduta nel 1976 a Miltenberg, Germania
Montaggio
Bernd Schiegel, Hansjorg Weissbrich

Orig.: Germania (2005) - Sogg.: basato su una storia realmente accaduta nel 1976 a Miltenberg, Germania - Scenegg.: Bernd Lange - Fotogr.(Scope/a colori): Bogumil Godfrejow - Mus.: - Montagg.: Bernd Schiegel, Hansjorg Weissbrich - Dur.: 93' - Produz.: Anja Klement, Hans Christian Schmid, Ulrike Putz. .

Interpreti e ruoli

Sandra Huller (Michaela Klinger), Burghart Klaussner . (Karl Klinger), Imogen Kogge (Marianne Klinger), Friederike Adolph (Helga Klinger), Anna Blomeier (Hanna Imhof), Nicholas Reinke (Stefan Weiser), Jens Harzer (Martin Borchert), Walter Schmidinger (Gerhard Landauer)

Soggetto

In un piccolo centro della Baviera, primi anni Settanta. A 21 anni Michaela, affetta fin da piccola da epilessia, va a studiare all'università di Tubingen, sostenuta dal padre e avversata dalla madre. Dopo i primi mesi di tranquillità, la malattia si fa sentire di nuovo e Michaela cade preda di forti crisi. Convinta di essere perseguitata da voci e posseduta da demoni,la ragazza si rivolge a padre Landauer, il parroco del paese, e di lì a poco viene avviata all'esorcismo. Dopo dodici ripetizioni della pratica, Michaela muore per deperimento grave.

Valutazione Pastorale

In una cupa atmosfera da tragedia annunciata, il racconto mette in scena un rapporto conflittuale tra genitori incapaci di muoversi fuori da prospettive già stabilite, e una figlia che non riesce a reagire, a liberarsi. Ne scaturisce il dramma di una sofferenza non capita, un percorso di caduta agli inferi dentro il quale la ragione cede il passo all'irrazionalità. Forse l'eccesso drammaturgico toglie molte dei possibili elementi di interesse. Una tradizione educativa e religiosa di stampo repressivo induce a non prendere mai in considerazione l'ipotesi di consultare un medico, così prevale l'idea dell'invasato fine a se stesso. Ne consegue che anche la religiosità é permeata di chiusure più che di aperture e di comprensione in un cerchio chiuso e difficile da rompere. La lettura del resto che il racconto offre del fenomeno dell'esorcismo é fin troppo riduttiva e inadatta a ciò che che si deve fronteggiare. C'è una sorta di resa di fronte alla presenza del Male, che non coincide con quanto la Chiesa affida alla pratica esorcistica. Dal punto di vista pastorale, il film é quindi di valutare come discutibile, sopratutto ambiguo e comunque adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria con attenzione per la presenza di minori. Per questi e per i più piccoli, molta cura é da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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