ROBOCOP 3

Valutazione
Inaccettabile, Violento
Tematica
Genere
Fantastico
Regia
Fred Dekker
Durata
104'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
ROBOCOP 3
Distribuzione
Columbia Tri Star Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Fred Dekker, Frank Miller basato sui personaggi creati da Edward Neumeier, Michael Miner
Musiche
Basil Poledouris
Montaggio
Bert Lovitt

Sogg.: basato sui personaggi creati da Edward Neumeier, Michael Miner - Scenegg.: Fred Dekker, Frank Miller - Fotogr.: (normale/a colori) Gary Kibbe - Mus.: Basil Poledouris - Montagg.: Bert Lovitt - Dur.: 104' - Produz.: Patrick Crowley

Interpreti e ruoli

Robert Burke (Alex J. Murphy), Nancy Allen (Anne Lewis), Jill Hennessy (Marie Lazarus), Remy Ryan (Nikko), Bruce Locke (Otomo), Cch Pounder (Bertha), John Castle Robert Doqu (Paul McDagget), Stephen Root, Stanley Anderson, Rip Torn, Felton Perry, Mako

Soggetto

a Detroit la multinazionale Omni Consumer Products (OCP), ormai controllata dal giapponese Kanemitsu, vuole radere al suolo interi quartieri popolari per far luogo al galattico progetto di urbanizzazione denominato "Delta City". Assolda all'uomo squadre cosiddette di "Riqualificazione", composte da mercenari che deportano e spesso uccidono interese famiglie della violenta città. Tra le famiglie smembrate da queste operazioni c'è quella di Nikko, una sveglia bimba di padre americano e madre giapponese che sfuggita alla deportazione si aggrega, anche grazie alle sue capacità al computer, con la leader nera dei ribelli, Bertha, ed il suo gruppo. Dopo aver rubato armi nel deposito della polizia, tra cui un prototipo ancora ignoto, i ribelli fuggono in un furgone inseguiti prima da Anne Lewis, agente amica dell'agente Alex J. Murphy, ora "fuso" nel cyborg Robocop, poi da quest'ultimo, che però li lascia fuggire per soccorrere l'amica stretta d'assedio, dopo un pauroso incidente dovuto al sabotaggio d'un semaforo, da una gang di "Splatterpunks", giovani violenti e balordi che infestano la città. La OCP, visto che l'evacuazione trova forte resistenza, decide di impiegare Robocop contro di essa e chiede, ma inutilmente, alla dottoressa Marie Lazarus di cancellare la memoria affettiva che il cyborg conserva della sua precedente vita "umana". Frattanto Robocop e Lewis vanno alla chiesa dove si nascondono i ribelli, ma davanti all'evidente intenzione delle sopraggiunte squadre dell'OCP, capitanate dal perfido e corrotto Paul McDaggett, di eliminare tutti, si ribellano e nel susseguente scontro Lewis muore, mentre Robocop, malridotto, viene soccorso dai ribelli, cui si aggrega. Marie Lazarus, trovata da Nikko, va a curare Robocop nel covo ribelle, mentre Coonz, un traditore, svela a McDaggett l'ubicazione del nascondiglio. Robocop, ristabilito, va a vendicare Lewis uccidendo i Riqualificatori di McDaggett, che riesce, tuttavia, a fuggire. Al suo rientro scopre che il rifugio è stato scoperto, e un robot "ninja" di Kanemitsu, Otomo, lo attacca, e solo a stento egli riesce a distruggerlo. La OCP, visto che l'intero Corpo di Polizia preferisce dare le dimissioni e schierarsi con i civili piuttosto che nuocer loro, assolda gli "Splatterpunks". La lotta è impari, e solo l'intervento del malconcio ma indomito Robocop che soccorre gli amici, salva la situazione. Ma il perfido McDaggett gli scatena addirittura contro due Otomo: ma Nikko e la Lazarus, sopraggiunte, manipolano i computer riducendoli ad eliminarsi tra loro: i due però hanno un marchingegno di autodistruzione automatica pronto a scattare: ma sarà il perfido McDaggett a saltar in aria, mentre Robocop trae in salvo le due amiche, ricevendo addirittura il cavalleresco omaggio di Kanemitsu in persona.

Valutazione Pastorale

la saga del poliziotto-robot sembra non avere mai fine, e ogni volta la pellicola di turno sembra un'immagine riciclata e sbiadita della precedente. Qui c'è forse un uso dell'ironia più plausibile che nel secondo episodio, il più fiacco della serie, ma ogni sequenza sembra appiccicata all'altra come in un collage, solo per arrivare, violenza dopo violenza, con l'intermezzo delle battute tra l'ironico ed il populista dell'uomo tutto onore ed acciaio, al lieto fine. In effetti qui si mescolano come in una roboante fricassea, i risaputi temi della degradazione urbana, delle memorie e del senso della famiglia, dell'amicizia tra poliziotti, della protezione della polizia sugli inermi civili (To protect and serve, risalta sulle fiancate delle auto lampeggianti), dell'invasione del capitale nipponico, dell'emarginazione sociale, del fascino e del rischio della civiltà del computer e dei robot. Mancando di linearità e di coesione, il film risulta frammentario e fracassone: non disdegna nemmeno l'effetto facile della lacrima, quando la gigantesca mano di Murphy carezza la testolina di Nikko, in un assalto di paterna tenerezza umano-robotica. Troppo poco per dimenticare il clima di violenza assoluto e senza attenuanti che domina la pellicola, dove risaltano solo la solita sequela di effetti speciali e qualche suggestiva immagine della metropoli degradata.

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