ROMPICAPO A NEW YORK

Valutazione
Complesso, scabrosità
Tematica
Bambini, Educazione, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Lavoro, Letteratura, Matrimonio - coppia, Omosessualità
Genere
Commedia
Regia
Cédric Klapisch
Durata
118'
Anno di uscita
2014
Nazionalità
Francia
Distribuzione
Academy Two
Musiche
Loik Dury, Christophe "Disco" Minck
Montaggio
Anne Sophie Bion

Orig.: Francia (2013) - Sogg. e scenegg.: Cédric Klapisch - Fotogr.(Panoramica/a colori): Natasha Braier - Mus.: Loik Dury, Christophe "Disco" Minck - Montagg.: Anne Sophie Bion - Dur.: 118' - Produz.: Bruno Levy.

Interpreti e ruoli

Romain Duris (Xavier), Audrey Tatou (Martine), Cécile de France (Isabelle), Kelly Reilly (Wendy), Sandrine Holt (Ju), Margaux Mansart (Mia), Pablo Mugnier Jacob (Tom), Flore Bonaventura (Isabelle de Groote), Benoit Jacquot . (padre di Xavier)

Soggetto

Xavier, 40 anni, da Parigi decide di raggiungere New York per stare vicino ai due figli avuti da Wendy, la ex moglie americana. Mentre cerca di organizzarsi la vita nel caos di Chinatown, Xavier incontra Isabelle, amica dei tempi francesi, che ora vive con una donna e anzi gli chiede un aiuto per restare incinta. Xavier acconsente e, nei mesi della gestazione, ritrova anche Martine, arriva per incontri d'affari. Nel frattempo lui, per ottenere un lavoro, deve dimostrarsi americano, così sposa una cinese e vanno a vivere insieme. Quando vorrebbe tornare in Francia, Xavier chiede a Martine di restare con i suoi due bambini. La situazione comincia a farsi complicata,e per Xavier è materia ideale da mettere nel suo nuovo romanzo.

Valutazione Pastorale

I precedenti sono "L'appartamento spagnolo" (2002) e "Bambole russe" (2005): si parte con Xavier studente ventenne dell'Erasmus a Barcellona per ritrovarlo quarantenne a New York con i figli. In regia sempre Cedric Klapisch: "La chiamo -dice- la trilogia dei viaggi di Xavier. Descrivo una generazione di persone che è cresciuta in parallelo con la costruzione dell'Europa e con la nozione di globalizzazione". La notazione è vera nel bene e nel male: nel bene quanto all'opportunità di far incontrare popoli e culture, di incrociare usi e abitudini; nel male quanto alla scelta di ridurre queste occasioni all'unico risultato di un indistinto calderone erotico/sessuale dove ogni rispetto viene azzerato per lasciare spazio ad una girandola di scambi di ruoli, dentro la quale tutto è lecito, possibile, normale: separazioni, genitori gay, utero in affitto, matrimoni di convenienza, rapporti lesbici e, più eccepibile e alquanto deprecabile, la presenza in questi passaggi narrativi di bambini(figli) che vedono, giudicano, approvano. Ne esce un panorama alquanto buonista e stucchevole, incapace di tenere un senso di misura per restare al di quà almeno di un minimo realismo quotidiano. Il copione invece deborda e, per compiacere gli obblighi attuali, scade nell'inutile, nell'artificioso, nel politicamente corretto. C'è da sperare che non ci siano altri capitoli. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso e segnato da scabrosità.

Utilizzazione

Quasi mai divertente e noiso nelle ripetizioni,il film è da utilizzare con molta attenzione e senza particolare necessità. In ogni caso da non proporre a bambini e piccoli, anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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