RUGGINE

Valutazione
Complesso, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Bambini, Famiglia, Male, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Daniele Gaglianone
Durata
109'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Fandango Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron
Musiche
Evandro Fornasier, Walter Magri, Massimo Miride
Montaggio
Enrico Giovannone

Orig.: Italia (2011) - Sogg.: tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron - Scenegg.: Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa - Fotogr.(Scope/a colori): Gherardo Gossi - Mus.: Evandro Fornasier, Walter Magri, Massimo Miride - Montagg.: Enrico Giovannone - Dur.: 109' - Produz.: Gianluca Arcopinto per Zaroff Film, Domenico Procacci per Fandango in collaborazione con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Filippo Timi . (dott. Boldrini), Stefano Accorsi (Sandro), Valerio Mastandrea (Carmine), Valeria Solarino (Cinzia), Giacomo Del Fiacco (Tonio), Leonardo Del Fiacco (Andrea), Annamaria Esposito (Betta), Alessia Di Domenica (Rosalia), Giulia Geraci (Margherita), Giuseppe Furlò (Sandro bambino), Giampaolo Stella (Carmine bambino), Giulia Coccellato . (Cinzia bambina)

Soggetto

Una città del nord Italia alla fine degli anni Settanta. In un quartiere di periferia bambini e bambine giocano a fare gli adulti, e il siciliano Carmine vorrebbe essere il capo del gruppo. In estate arriva un nuovo medico, un signore elegante e tutte le mamme portano i figli da lui. Quando, dopo qualche tempo, il dottore rapisce la sorellina di Carmine, Rosalia, per 'mangiarsela', i bambini devono affrontare un gioco diverso, quello del 'male', che li porta a reagire contro il nuovo arrivato. Tre decenni dopo, tre adulti sono alle prese con le loro vite precarie: Carmine, Sandro e Cinzia facevano parte del gruppo di quella lontana estate.

Valutazione Pastorale

Violenza sui bambini: tema delicato, difficile, complicato da trattare. Partito da un romanzo, Gaglianone delinea quattro percorsi che si incrociano, uno riguarda il passato, gli altri tre il presente. "Ma il passato - precisa- non è mai un flashback come il presente non è mai un forward. Tranne nel finale, il passato diventa un ricordo, un frammento della memoria, si tratta di un tentativo di riconciliazione con se stessi e i propri fardelli". Sottraendo tutto ciò che visivamente poteva esserci di disturbante, il regista si affida al peso emotivo delle immagini, al carico soffocante delle atmosfere, al doloroso incrocio di destini tra la festosità dell'infanzia e l'incubo irrazionale dell'adulto impazzito. Nei gesti, nei comportamenti dei tre ormai uomini e donne maturi, si legge l'impossibilità di dimenticare una ferita troppo profonda. Qui Gaglianone spinge il pedale del dolore esistenziale fino a comporre un melò tra decadenza e discesa verso la fine. Con qualche compiacimento estetizzante, con un senso di male assoluto, rassegnato e ineliminabile. Ieri come oggi, le famiglie che dovevano guardare i piccoli e (forse) aiutare i grandi non esistono, tutti siamo irrimediabilmente soli. C'è da riflettere e da discutere su un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, ben tenendo conto del tema che lo indirizza ad un pubblico adulto e per proiezioni seguite da dibattiti. Per lo stesso motivo molta attenzione è da tenere in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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