Sogg.: liberamente tratto dal libro di Li Yu - Scenegg.: Lee Ying Ki, Alex Lee - Fotogr.: (panoramica/a colori) Peter Ngor - Mus.: Chang Wing Leung - Montagg.: Poon Hung - Dur.: 98' - Produz.: Johnny Mak Production - Vietato ai minori degli anni diciotto
Interpreti e ruoli
Lawrence Ng (Meij Yung), Kent Cheng, Xu Jin-Jian, Lo Lieh, Amy Yip, Isabella Chow, Carrie Ng, Chiyoki Kanou, Tomoko Ino
Soggetto
Meij Yung è un giovanotto i cui attributi virili non corrispondono alle sue velleità amatorie, come gli fa notare il ladro Choy, che, pur avendolo derubato, lo ha preso in simpatia. Dopo aver sposato la figlia di un mercante, Meij si stanca ben presto di esercitare solo i diritti coniugali, ma, alle sue richieste di fargli da intermediario galante Choy lo ridicolizza mostrandogli le superprestazioni di un violento fabbricante di sete con la giovane consorte, che Meij vorrebbe insidiare. Il giovane decide così di farsi trapiantare un membro di cavallo: così fornito, Meij concede i suoi cospicui favori dapprima alla moglie del mercante di seta, quindi alla moglie di un dignitario nonché alla di lei cugina ed intima (anche troppo) amica. Intanto il mercante di sete, che, picchiato da Choy perché protesta per i tradimenti inflittegli da Meij, finisce per cedergli, ben inteso dietro compenso, l'infedele consorte. Il mercante cade in disgrazia, e viene assunto come giardiniere dal suocero di Meij, e si vendica seducendo la consorte del rivale, in una tinozza da bagno, inducendola poi a lasciare il tetto familiare e completa la sua vendetta vendendola ad una tenutaria di bordello. Frattanto l'eccessiva pratica erotica sta consumando le energie del focoso Meij, ormai semi impotente e mezzo cieco, e questi tenta di risvegliarle grazie alle arti amatorie di una bellissima cortigiana che poi risulta essere la sua consorte. Successivamente Meij Yung, il ladro Choy e l'ex mercante, riconciliati, chiedono pace e rifugia presso un santuario zen.
Valutazione Pastorale
liberamente tratta da un libro erotico cinese di Li Yu, questa scollacciata, grottesca e fracassona commedia erotica "made in Hong Kong" si inserisce furbescamente nel processo di escalation di una pornografia sempre più diversificata, sempre più adattata alle esigenze di un mercato che si intuisce potenzialmente in crescita esponenziale. Gruppi sempre più consistenti di pubblico fanno la fortuna di cineasti impegnati nel cosiddetto "porno-soft", dove non si arriva mai all'esplicitazione anatomica del film a luci rosse, ma ci si avvicina all'atto "nature", lasciando un risibile quanto ipocrita velo censorio che dovrebbe, secondo i custodi della morale pubblica, salvaguardare il senso del pudore. Se un tentativo si può riconoscere al regista, è quello di aver comunque giocato la carta del porno-grotesque, e, in talune sequenze, di esservi perfettamente riuscito.