SHANGHAI BABY

Valutazione
Inconsistente, scabrosità
Tematica
Letteratura, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Berengar Pfahl
Durata
96'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Cina, Germania
Distribuzione
Delta Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Martin Henning, Margaret Hennig, Berengar Pfahl, Zhou Weihui tratto dal romanzo omonimo di Zhou Weihui
Musiche
Matthias Raue
Montaggio
Nadia Naimi, Holger Hessinger

Orig.: Germania/Cina (2007) - Sogg.: tratto dal romanzo omonimo di Zhou Weihui - Scenegg.: Martin Henning, Margaret Hennig, Berengar Pfahl, Zhou Weihui - Fotogr.(Panoramica/a colori): Erich Maria Krenek - Mus.: Matthias Raue - Montagg.: Nadia Naimi, Holger Hessinger - Dur.: 96' - Produz.: Berengar Pfahl Film, Aragon Media International, Pino Curcio - VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI.

Interpreti e ruoli

Bai Ling (NiKe detta Coco), Luke Goss (Mark), Gregory Wong (Tian Tian), Seiko Matsuda (Madonna), Katja Riemann (Eva), Cheng Pei pei . (Conny)

Soggetto

A Shanghai Ni Ke, detta Coco, aspirante scrittrice, inizia una relazione con due uomini differenti: Tian Tian, un artista cinese suo coetaneo timido e remissivo, e Mark, uomo d'affari tedesco in trasferta d'affari in Cina, sposato con una figlia piccola. Preda della depressione, Tian Tian cade prigioniero della droga e si indebita con gli spacciatori. Mark riceve a Shanghai la visita della famiglia e poi informa la donna che tornerà in patria. Coco non si rassegna, e poco dopo si presenta a Berlino. Mark le apre la porta. O forse é Eva, la moglie...

Valutazione Pastorale

Insulsaggini, luoghi comuni, prevedibilità: la certezza del "già visto" percorre questo modesto copione dall'inizio alla fine. Difficile che possa salvarlo l'artificiosa presenza di Bai Ling nel ruolo del titolo, e anche i ritratti stereotipati dei due 'amanti' non sono da meno. Intellettualismi da catena di montaggio caratterizzano poi il rovello esistenziale della pseudoscrittrice, con le sofferte (!) indecisioni sul finale da dare al romanzo. Poca vivacità, frasi al limite del ridicolo ("Sto perdendo il controllo di me stessa. Riuscirò a mantenere quello dei miei personaggi?" oppure "La paura è tornata, paura di perdermi nel vortice della mia storia") rendono l'insieme banalissimo e insignificante. Essendo inutilmente presenti non poche scene pruriginose, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come inconsistente e segnato da scabrosità.

Utilizzazione

Per quanto detto sopra, il film può essere utilizzato oppure, con maggiore opportunità, messo da parte sia per la programmazione ordinaria che per altre situazioni. Molta attenzione è comunque da tenere (c'è il divieto ai 14 anni) per i più piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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