SILVIO FOREVER

Valutazione
Complesso, superficialità, Adatto per dibattiti
Tematica
Politica-Società, Storia
Genere
Documentario
Regia
Roberto Faenza
Durata
80'
Anno di uscita
2011
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Musiche
brani di autori vari
Montaggio
Riccardo Cremona

Orig.: Italia (2011) - Sogg. e scenegg.: Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella - fotogr.(Panoramica/b&n-col.) - Mus.: brani di autori vari - Montagg.: Riccardo Cremona - Dur.: 80' - Produz.: Ad Hoc Film.

Soggetto

In apertura c'è un intervista alla mamma Rosa. Da li, a ritroso, proprio a partire dall'anno di nascita, si dipanano vita e opere di Silvio Berlusconi, la scuola, l'università, le attività nel settore dell'edilizia, le televisioni, il calcio l'editoria. Infine la politica a partire dai primi anni Novanta. Fino ad oggi.

Valutazione Pastorale

L'idea, e il successivo copione cinematografico, sono di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, giornalisti del Corriere della Sera. In regia, insieme a Filippo Macelloni, c'é Roberto Faenza, autore nel 1978 di un film di montaggio dal titolo "Forza Italia", molto critico verso la DC e ritirato dalle sale il giorno del sequestro Moro, proprio nel marzo 1978. La definizione "film di montaggio" vale anche in questa circostanza. Gli autori infatti hanno attinto a materiali originali, "trovati consultando gli archivi di tutto il mondo, incluso internet". Sequenze dunque già conosciute si affiancano ad altre meno note o mostrate in contesti più ampi. Dice Faenza: "Non un film dichiaratamente ostile e 'contro' (molti ne sono stati fatti, inclusi vari documentari realizzati all'estero) e men che meno apocalittico, bensì una sorta, appunto, di 'autobiografia', sia pure non autorizzata e venata di autoironia.(...)". E' stata fatta poi la scelta, quando era impossibile attingere all'audio originale, di far sentire la voce fuori campo del protagonista nella imitazione di Neri Marcoré. Forse nell'intento di non confondersi con i tanti pamphlet sul tema, i realizzatori scelgono la strada 'mediana' di farsi vedere avversari senza imbarcarsi sul terreno della denuncia, di essere critici ripercorrendo la inestricabile connessione tra spettacolo/vita vera/politica "nell'avventura umana dell'uomo eccessivo in tutto" (ancora Faenza). Più che un punto d'arrivo, il film può essere preso come un punto di partenza, per riflettere su ciò che si vede e insieme sul ruolo del documentario, sul suo linguaggio, sulla capacità di manipolare materiali nuovi e vecchi, di essere luogo dove la realtà si mostra per come é senza i trucchi della fiction. Procedendo un po' a corrente alternata, il film, dal punto di vista pastorale, é da valutare come complesso, segnalandone alcune superficialità di composizione e indicandolo come adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e in seguito, come detto, da recuperare in occasioni mirate per avviare riflessioni sul ruolo del documentario nella storia e nel cinema italiani.

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