SLIPSTREAM – Nella mente oscura di H.

Valutazione
Accettabile, Complesso, dibattiti *
Tematica
Cinema nel cinema, Letteratura, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Anthony Hopkins
Durata
92'
Anno di uscita
2008
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Slipstream
Distribuzione
Delta Pictures
Musiche
Anthony Hopkins
Montaggio
Michael R. Miller

Orig.: Stati Uniti (2007) - Sogg. e scenegg.: Anthony Hopkins - Fotogr.(Panoramica/a colori, b&n): Dante Spinotti - Mus.: Anthony Hopkins - Montagg.: Michael R. Miller - Dur.: 92' - Produz.: Stella Arroyave, Robert Katz.

Interpreti e ruoli

Anthony Hopkins (Felix Bonhoeffer), Stella Arroyave (Gina), Lisa Pepper (Tracy), Christian Slater (Ray), John Turturro (il produttore), Fionnula Flanagan (Beth), Michael Clarke Duncan (Mort/Phil), Gavin Grazer (Gavin), Christopher Lawford (Lars), Ken Millen (Stu Cohen), Kevin McCarthy

Soggetto

Il maturo sceneggiatore Felix Bonhoeffer vive due stadi di esistenza. Mentre sta lavorando al copione di un mistery thriller, rimane sconcertato quando i personaggi immaginari del film in scrittura cominciano ad apparirgli nella vita reale, e viceversa. Inizia una sovrapposizione di eventi, dove sogno e realtà si confondono nelle fasi temporali, senza più un andamento regolare, ma scontrandosi nella mente di Felix.

Valutazione Pastorale

Anthony Hopkins vive il cinema senza mezzi termini. In tutti i ruoli possibili. Conosciutissimo come attore, forse pochi sanno che ha già diretto due film ("Dylan Thomas: Return Journey", 1990; "August", 1996) e che questo é pertanto il terzo titolo che porta la sua firma. Ma non basta. Perché Sir Anthony é anche soggettista, autore del copione, protagonista e, non contento, autore delle musiche. Il racconto poi resta dalle stesse parti, perchè si parla di cinema nel cinema. Un film da fare, le difficoltà di dare un senso alle idee, la finzione che si ribella e prende il sopravvento sulla realtà. Ne deriva un viaggio allucinante nella mente e nelle possibilità creative del cinema. Ma insieme, un rischioso approccio ad una enigmaticità un po' fine a se stessa. Rimandi, citazioni, ripetizioni, raffinate sperimentazioni linguistiche. In certi momenti l'immagine appassiona, in certi altri annoia: il 'metafilm' chiede rischi di non poco conto. Si rinuncia al racconto, e si cade nella confusione del gioco cinefilo. Quello che vediamo é ben girato, ben interpretato e, pur nella apparente illogicità, può affascinare e coinvolgere sulle possibilità manipolatorie del cinema. Suggestioni interessanti, e film che, dal punto di vista pastorale, é da valutare come accettabile, complesso e adatto per dibattiti. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si indirizza per occasioni mirate per riflesttere sulle mille possibilità del linguaggio cinematografico contemporaneo. Attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

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