SOHO

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Omosessualità
Genere
Drammatico
Regia
Jez Butterworth
Durata
98'
Anno di uscita
1997
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
MOJO
Distribuzione
U.I.P.
Soggetto e Sceneggiatura
Jez Butterworth, Tom But Tratto dal lavoro teatrale "Mojo" di Jez Butterworth
Musiche
Murray Gold
Montaggio
Richard Milward

Sogg.: Tratto dal lavoro teatrale "Mojo" di Jez Butterworth - Scenegg.: Jez Butterworth, Tom But-terworth - Fotogr.: (Panoramica/a colori) Bruno De Keyzer - Mus.: Murray Gold - Montagg.: Richard Milward - Dur.: 98' - Produz.: Eric Abraham Vietato ai minori di anni 14.

Interpreti e ruoli

Ian Hart (Mickey), Ricky Tomlinson (Ezra), Hans Matheson (Silver Johnny), Aidan Gillen (Basy), Harold Pinter (Sam Ross), Ewen Bremmer (Skinny), Martin Gwynn Jones (Sweets), Andy Serkis Ken-neth Bryans (Potts), Paul Ebsworth, Al Fiorentini, James Hunter.

Soggetto

Soho, estate 1958. Anche a Londra è arrivato il rock ‘n roll e il locale più frequentato è l’Atletic Club di Ezra, dove ogni sera l’astro nascente Silver Johnny si esibisce davanti ad una folla di estatici teen-ager. I ragazzi che lavorano da Ezra si sentono molto trascinati dall’ambiente, e, anche fuori dagli spettacoli e dal lavoro, trascorrono i giorni e le notti tra ses-so, alcool e pillole. Del gruppo fa parte anche il figlio di Ezra, Baby, impre-vedibile e lunatico. Questi si rende conto che Silver Johnny ha preso il suo posto nel cuore del padre, mentre un altro, Mickey, lo ha sostituito alla guida del Club. Ezra considera Mickey come un figlio e si fida ciecamente di lui. Un giorno arriva Sam Ross, potente impresario di rock ‘n roll, e cerca di scritturare Silver. Le scintille della rivalità scoppiano sempre più forti nel gruppo. Ezra viene crudelmente assassinato, e la ricerca del colpevole mette l’uno contro l’altro fino ad una brutale, spietata resa dei conti che vede i ragazzi più deboli, Baby prima di tutti, soccombere di fronte ai più forti.

Valutazione Pastorale

tratto da un testo teatrale dello stesso regista, il film recupera molti aspetti tipici della drammaturgia inglese, a sua volta ispirata ad una letteratura del malessere. E’ il ritratto della parte più malata di un quartiere già poco presentabile come Soho, lo spaccato di un mondo deterio-re dove il rock diventa occasione di una vita al di fuori delle regole. Il regista disegna l’ affresco di un modo di vivere dolente e aggressivo, carico di cini-smo e con poca umanità: un mondo dove si vive all’insegna dell’irrazionalità e dell’assenza di valori. Film forte, attraversato da una non velata carica di omosessualità, con qualche accenno di denuncia nelle sfumature caratteriali dei protagonisti ma più spesso dominato da atmosfere decadenti e da un incombente senso di fatalismo. Dal punto di vista pastorale, il racconto rima-ne invischiato in aspetti solo negativi, e non può essere accettato. Utilizzazione: il film, indubbiamente valido come fattura e interpretazione, è da escludere dalla programmazione ordinaria. In altri contesti, particolar-mente motivati e maturi, si potrebbe cercare di riflettere in merito agli spunti forniti su una società inglese dai toni molto contraddittori. Ma è necessaria la presenza di validi moderatori e conduttori di dibattito.

Le altre valutazioni

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