TAKE SHELTER

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Famiglia, Malattia, Metafore del nostro tempo, Psicologia
Genere
Drammatico
Regia
Jeff Nichols
Durata
116'
Anno di uscita
2012
Nazionalità
Stati Uniti
Distribuzione
Movies Inspired
Musiche
David Wingo
Montaggio
Parke Gregg

Orig.: Stati Uniti (2011) - Sogg. e scenegg.: Jeff Nichols - Fotogr.(Scope/a colori): Adam Stone - Mus.: David Wingo - Montagg.: Parke Gregg - Dur.: 116' - Produz.: Tyler Davidson, Sophia Lin, Adam Wilkins.

Interpreti e ruoli

Michael Shannon (Curtis LaForche), Jessica Chastain (Samantha LaForche), Tova Stewart (Hannah LaForche), Shea Whingham (Dewart), Katy Mixon . (Nat), Kathy Baker (Sarah), Ray McKinnon (Kyle), Lisa Gay Hamilton (Kendra), Robert Longstreet . (Jim)

Soggetto

In una cittadina dell'Ohio, Curtis, capo squadra in una ditta di costruzioni, conduce una vita all'apparenza tranquilla insieme alla moglie Samantha e alla figlioletta Hannah, afflitta da mutismo. I problemi nascono quando Curtis comincia ad essere preda di incubi notturni. Di fronte al ripetersi degli episodi, Curtis affronta da solo l'iniziativa di sottoporsi a visite mediche specializzate. La sensazione di essere malato si accompagna però alla convinzione che quel malessere sia la premonizione di qualche catastrofe in arrivo. Quando anche Samantha viene messa al corrente degli episodi, e il nervosismo crea duri attriti tra Curtis e alcuni colleghi, l'uomo avverte che il pericolo è imminente e porta moglie e figlioletta all'interno di un rifugio antiatomico. Ci vogliono calma e freddezza alla mogoie per farlo tornare alla realtà. Tutti insieme partono allora per una località di villeggiatura al mare. Qui, ben presto, dal mare nuvole nere e gonfie lasciano intrevedere qualche imminente temporale.

Valutazione Pastorale

Il miglior film americano degli ultimi anni, potente, inquieto, implacabile. Da tempo una storia non riusciva con tale, incalzante vigore a delineare il lento passaggio da una felicità frutto del lavoro e della terra a un incubo esistenziale profondo e devastante; a segnalare il brivido che corre nella sovrapposizione tra paura del cuore e terrore della mente; a dire lo smarrimento dei sensi e la perdita di equilibrio di fronte all'impotenza di reagire. Curtis vorrebbe essere malato, soffrire gli stessi sbalzi di umore della mamma trenta anni prima, ma è malattia intuire l'arrivo della catastrofe? E' follia capire che il tempo dei giusti è scaduto e un tornado seppellirà tutti? "Voglio normalità" è la supplica di Samantha al marito nel tentativo di uscire dal bunker. "Normalità" vuole l'America, normalità vogliono il mite operaio e la sua famigliola. Ma il filo della ragione si tende e la follia arriva a spezzarlo. Nichols scolpisce immagini di raggelato dolore, cronaca del viaggio verso la 'terra desolata' del deserto dell'umanità, senza consolazione ma con intatta compassione. Ferite da ricomporre in uno spazio geografico troppo vasto, un 'altrove' che sfugge ai nostri confini mentali. Parabola amara ma non rassegnata, film metafora che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e da proporre in occasioni successive come avvio alla riflesione sui moti temi che suscita. Visione certo da indirizzare per un pubblico maturo, facendo molta attenzione per minori e piccoli anche in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri strumenti tecnici.

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