TESIS

Valutazione
Accettabile-riserve, Problematico, dibattiti
Tematica
Male, Mass-media, Morte
Genere
Thriller
Regia
Alejandro Amenabar
Durata
125'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Spagna
Titolo Originale
Tesis
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Soggetto e Sceneggiatura
Alejandro Amenabar Mateo Gil Rodriguez, Alejandro Amenabar
Musiche
Alejandro Amenabar
Montaggio
Maria Elena Sainz De Rozas

Orig.: Spagna (1996) - Sogg.: Mateo Gil Rodriguez, Alejandro Amenabar - Scenegg.: Alejandro Amenabar - Fotogr.(Panoramica/a colori): Hans Burmann - Mus.: Alejandro Amenabar - Montagg.: Maria Elena Sainz De Rozas - Dur.: 125' - Produz.: José Luis Cuerda.

Interpreti e ruoli

Ana Torrent (Angela), Rafael Martinez (Chema), Eduardo Noriega (Bosco), Nieves Herrand Cabrera (Sena), Javier Elorriaga (Jorge Castro), Miguel Picazo (Figueroa), Rosa Campillo (Yolanda), Rosa Avila (madre di Angela), Francisco Hernandez . (padre di Angela)

Soggetto

Angela, studentessa di scienze della comunicazione, sta preparando una tesi sulla rappresentazione della violenza nell'audiovisivo. Per aiutarla, il professor Figueroa le promette di cercare alcuni film molto violenti all'interno della videoteca dell'istituto, dove scopre per caso un labirinto di gallerie sotterranee piene di videocassette. Il giorno dopo Angela lo trova morto d'infarto in sala proiezioni, si impossessa della cassetta ancora inserita nel videoregistratore e la visiona insieme a Chema, suo compagno di studi collezionista di film estremi. I due scoprono trattarsi di uno snuff-movie, con scene reali di tortura fino all'uccisione di una studentessa scomparsa tre mesi prima. Il volto del torturatore é sempre fuori campo. Chema sospetta di Bosco, un ragazzo da cui Angela è attratta, che gira per la facoltà con una telecamera della stessa marca di quella usata per il video. Penetrata nottetempo nella videoteca con Chema, Angela trova il luogo delle riprese e la sala di montaggio dei film. Il professore che aveva sostituito Figueroa, dunque nuovo relatore della tesi di Angela, é invischiato negli omicidi, li sorprende nei sotterranei e tenta di eliminarli, ma Chema lo uccide per legittima difesa prima che riveli il nome del suo complice, l'uomo che materialmente torturava le vittime. Angela comincia a dubitare anche dell'amico, temendo sia lui il regista degli snuff, e ritorna nelle braccia di Bosco, che é il vero assassino. Questi la lega e prepara l'occorrente per girare uno snuff con lei protagonista, ma Angela si libera e lo fa fuori con un colpo di pistola, che viene ripreso dalla telecamera. Il giorno seguente Angela va a trovare Chema in ospedale, ma quando la tv, per denunciare l'orribile traffico di video snuff ne fa vedere alcuni 'per diritto di cronaca', i due escono insieme mentre i degenti rimangono incollati allo schermo.

Valutazione Pastorale

Il ventitreenne Amenabar, qui al suo film d'esordio ripescato in concomitanza con l'uscita di "The others", dimostra di saper padroneggiare il linguaggio filmico, traducendo efficacemente in stile di ripresa e di montaggio l'assunto tematico del racconto. Il tema è quello difficile degli snuff movie e, per denunciarli, si poteva facilmente cadere nella tentazione di mostrare proprio quella violenza che si sarebbe voluta esecrare. Invece, con bella scelta di regia, Amenabar si concentra sul fuori campo, sulle espressioni degli attori, sulle conseguenze delle loro visioni (la morte del professor Figueroa. Questo è chiaro fin dall'inizio, quando Angela cerca di sbirciare il cadavere di un uomo diviso in due dalla metropolitana ma viene bloccata da un agente, e lo spettatore con lei, un attimo prima della raccapricciante visione. Per questo la denuncia finale dei due protagonisti, che fuggono dall'ospedale dove i telegiornali approfittano della cronaca per diffondere le immagini di morte, é efficace e credibile: il rigore della messa in scena evita che questa scelta possa sembrare posticcia e appiccicata. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile per l'intelligenza e la discrezione con cui tratta un soggetto delicato, con tono problematico senza prurigini né facili sensazionalismi. Riserve sono da esprimere soprattutto per mettere in guardia gli spettatori meno preparati. UTILIZZAZIONE: Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria con cautela per il tema tristemente raccapricciante. Ugualmente però il film si presta bene, in un contesto mirato, come avvio per dibattiti sulla violenza nei mass-media e sui meccanismi della visione. Attenzione da tenere in caso di eventuali passaggi televisivi.

Le altre valutazioni

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