THE BABY OF MACON (IL BAMBINO DI MACON)

Valutazione
Inaccettabile, Delirante
Tematica
Genere
Allegorico
Regia
Peter Greenaway
Durata
112'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
THE BABY OF MACON
Distribuzione
Istituto Luce, Italnoleggio Cinematografico
Soggetto e Sceneggiatura
Peter Greenaway
Musiche
Autori Vari

Sogg. e Scenegg.: Peter Greenaway - Fotogr.: (scope/a colori) Sacha Vierny - Mus.: Autori Vari - Mont.: Chris Wyatt - Dur.: 112' - Prod.: Keess Kasander

Interpreti e ruoli

Julia Ormond (la figlia), Ralph Fiennes (il figlio del vescovo), Philip Stone (il vescovo), Jonathan Lacey (Cosimo), Don Henderson (il padre confessore), Jessica Stevenson, Kathryn Hunter, Gabrielle Reidy, Anna Niland, Jeff Nuttall, Frank Egerton, Graham Valentine

Soggetto

nel teatro di Macon si recita la vicenda, ambientata nel 1659 ai tempi di Cosimo de' Medici, del parto prodigioso di un meraviglioso bambino da una vecchia deforme e malata, assistita da tre levatrici. Il pubblico prende parte attiva alla vicenda, ripetendo le battute degli attori e intervenendo in vari modi. La sorella del neonato, un putto biondo dagli occhi azzurri, illibata, riesce dapprima a far passare per sua la creatura, relegando la genitrice in un sottoscala, consolando il padre con una giovane amante, ed arricchendo se stessa con esose decime sulle offerte che contadini, allevatori e mercanti recano al fanciullo per averne la benedizione. Il figlio del locale vescovo, che rappresenta la scienza, non crede nè alla verginità nè alla maternità della giovane, che per convincerlo gli si concede: una vacca, scatenata dal fanciullo, evira ed uccide l'uomo, ma è a sua volta uccisa dalla donna. A questa viene sottratto il fanciullo, che viene così esibito in Chiesa come taumaturgo ed il frutto della relativa simonia va naturalmente nelle casse ecclesiastiche. Furente, la sorella soffoca il bambino. L'ira del vescovo per la perdita di un'apprezzabile rendita, è enorme, ma la fanciulla, essendo vergine come dichiarano le tre levatrici che la visitano, non può essere messa a morte. Si decide così di imprigionarla affidandola alla milizia che successivamente provvederà a stuprare la donna. Gli attori, immedesimandosi eccessivamente nella parte, violentano veramente la giovane causandone la morte. Dal canto loro, i cacciatori di reliquie che si portano via vestiti e arti del bambino lo fanno veramente a pezzi. Negli allucinanti saluti finali della compagnia, oltre al cadavere della vacca e della ragazza stuprata, campeggia, sospesa nell'aria, la testa bionda del "divino" fanciullo.

Valutazione Pastorale

che Greenaway, il regista filosofo e pittore, sia un artista di rara efficacia nell'uso della fotografia e del colore è assodato, e i suoi numerosi fan non saranno delusi dalle immagini, veramente sontuose, di questo seicento pseudo-mediceo, con cromatismi, costumi e scenografie eccezionali. Purtroppo, però, anche i nervi degli spettatori più sensibili, non saranno certo rilassati davanti alla sequela di orrori e turpitudini d'ogni genere sciorinate, con cinica disinvoltura, dall'inizio alla fine del film: scene come quella del parto; dell'incontro amoroso tra figlio del vescovo e sorella del bimbo; lo stupro plurimo ed interminabile della vergine e lo smembramento del bambino . Quello che però è più evidente è il tono anticlericale, livido, retrodatato, a tratti fuorviante, a tratti farneticante che trabocca continuamente dalle immagini. Dal clero alla nobiltà al popolo ben poco si salva, nell'affresco magniloquente e grondante sangue e secrezioni di Greenaway: sono tutti corrotti o ingannati, dal padre del bambino che si consola con una giovane amante nello stesso letto della ributtante moglie, dal vescovo, ipocrita e simoniaco, alla sorella avida e ipocrita del fanciullo ed a quest'ultimo, manipolato ed usato fin dalla nascita. Solo il figlio del vescovo, che simboleggia la scienza, sembra voler fare chiarezza sulla vicenda smascherando la vergine sfruttatrice: ma non riesce a resistere alle lusinghe di quest'ultima e paga con l'evirazione e la morte.

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