The Crown

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Donna, Educazione, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Guerra, Media, Metafore del nostro tempo, Politica-Società, Potere, Povertà, Solidarietà, Storia
Genere
Storico/Drammatico
Regia
Peter Morgan
Durata
Serie da 4 stagione (6 in totale), 40 episodi, da '50-'60
Anno di uscita
2020
Nazionalità
Regno Unito, Stati Uniti
Titolo Originale
The Crown
Distribuzione
Netflix
Soggetto e Sceneggiatura
Peter Morgan
Fotografia
Adriano Goldman, Stuart Howell, Ole Bratt Birkeland, Ben Wilson, Frank Lamm, Fabian Wagner
Musiche
Hans Zimmer (tema principale, Stagione 1-4), Rupert Gregson-Williams (Stagione 1-2), Lorne Balfe (Stagione 2), Martin Phipps (Stagione 3-4).
Montaggio
Yan Miles, Pia Di Ciaula, Úna Ní Dhonghaíle, Celia Haining, Stuart Gazzard, Kristina Hetherington, Tim Porter, Simon Brasse, Paulo Pandolpho, Frances Parker, Luke Dunkley, Mark Eckersley, Chris Barwell, Ben Lester, Alex Mackie, Adam Bosman, Daniel Greenway, Peggy Koretzky, Mark Davis, Richard Graham, Morten Højbjerg
Produzione
Peter Morgan, Stephen Daldry, Andrew Eaton, Andy Harries, Philip Martin, Suzanne Mackie, Matthew Byam Shaw, Robert Fox, Tanya Seghatchian, Nina Wolarsky, Allie Goss, Benjamin Caron

La serie tv è in distribuzione sulla piattaforma Netflix. "The Crown 4" ha ottenuto 4 Golden Globe nel 2021 tra cui miglior serie drammatica

Interpreti e ruoli

Olivia Colman (Elisabetta II, Stagione 3-4), Claire Foy (Elisabetta II, Stagione 1-2), Tobias Menzies . (Principe Filippo, Stagione 3-4), Matt Smith (Principe Filippo, Stagione 1-2), Helena Bonham Carter (Principessa Margaret, Stagionee 3-4), Vanessa Kirby (Principessa Margaret, Stagione 1-2), Marion Bailey (Regina Madre, Stagione 3-4), Victoria Hamilton . (Regina Madre, Stagione 1-2), Jared Harris (Re Giorgio VI), Charles Dance (Lord Mountbatten, Stagionee 3-4), Greg Wise (Lord Mountbatten, Stagione 1-2), John Lithgow (Winston Churchill, Stagione 1-3), Josh O'Connor (Principe Carlo, Stagione 3-4), Emma Corrin (Principessa Diana, Stagione 3-4), Emerald Fennell (Camilla Parker Bowles, Stagione 3-4), Erin Doherty (Principessa Anna, Stagione 3-4), Gillian Anderson (Margaret Thatcher, Stagione 4), Alex Jennings (Principe Edward (Stagione 1-2)), Derek Jacobi (Principe Edward (Stagione 3)), Lia Williams (Wallis Simpson (Stagione 1-2)), Geraldine Chaplin (Wallis Simpson (Stagione 3))

Soggetto

Racconto della monarchia inglese al tempo di Elisabetta II, lungo XX e XXI secolo. Dal 2016 al 2020 sono state realizzate 4 stagioni di "The Crown" da Netflix e il colosso streaming ne ha annunciate altre due per approfondire la Casa reale Windsor sino ai nostri giorni. In questa sede mettiamo a fuoco la quarta stagione (2020), che fotografa la monarchia britannica e il Paese dalla fine degli anni '70 alla soglia degli anni '90, coincidenti con l'ascesa politica al numero 10 di Downing Street di Margaret Thatcher...

Valutazione Pastorale

"Un trono di spade". Non intendiamo la serie dei record Hbo dalla penna di George R.R. Martin, ma la storia quella vera, della Casa reale Windsor e di un Paese, l’Inghilterra, raccontato nel decennio ’80. È stata rilasciata a livello globale nell’autunno 2020 sulla piattaforma Netflix la quarta stagione della serie tv “The Crown”, racconto tra luci e ombre, pubblico e privato, della vita e del regno di Elisabetta II. Solido in cabina di comando c’è sempre il geniale Peter Morgan, ideatore e produttore, che firma ancora una volta una delle serie migliori in circolazione. “The Crown” migliora visibilmente stagione dopo stagione. Man mano, infatti, che procede il racconto della corona sotto Elisabetta II, la serie acquista sempre più incisività, fascino e magnetismo. Non era affatto facile mettere in sceneggiatura la storia della Casa reale e nel contempo di un Paese senza inciampare in operazioni già viste (il cinema ne ha regalate non poche) oppure in pamphlet didascalici o soporiferi. Al contrario, qui l’impianto narrativo è gestito benissimo, con una qualità della scrittura a dir poco eccellente: i fili della storia del Paese si intrecciano abilmente con le vicende dei componenti di casa Windsor, ritratti tra i doveri che impone la corona e le spinte emozionali di ciascuno, tra aspettative, amori e frustrazioni. Peter Morgan tiene sotto controllo la macchina narrativa, assicurando un’adesione alla storia ufficiale, meticolosa, senza rinunciare però a una riscrittura funzionale di alcuni passaggi per garantire pathos e sì, ritmo. Il risultato viaggia quindi spedito, fluido, su un binario narrativo che fa impallidire altre produzioni. A dare poi ancor più ancoraggio e compattezza al tutto, tra realismo e suggestioni ammalianti, è la qualità della messa in scena. Una ricostruzione alla perfezione, dagli interni ai costumi, dalle acconciature alle scene pubbliche. I soldi che mette in campo Netflix non sono pochi (oltre 100 milioni di sterline), e questo si vede benissimo. E al di là poi della sempre affascinante colonna sonora firmata da Martin Phipps (la sigla però è quella di Hans Zimmer dalla prima stagione), funzionano molto bene gli inserti musicali rock e pop del tempo come ad esempio Elton John o The Cure – il più delle volte questi passaggi sono abbinati a Lady D, alla sua giovinezza ruggente e voglia di libertà in un palazzo di ghiaccio – che cesellano la storia tra atmosfere vibranti e nostalgiche. Capitolo fondamentale del fenomeno “The Crown” è infine il cast. Dalla terza stagione fanno parte del sistema solare “The Crown” Olivia Colman, Tobias Menzies, Helena Bonham Carter e Josh O’Connor; ultimi in ordine di apparizione le citate Gillian Anderson (Lady di ferro) e Emma Corrin (Lady D), che si uniscono a questo gruppo di attori così ben rodati e amalgamati. Insieme sono come elementi di una grande orchestra, tutti così meravigliosamente a tempo. E il primo violino rimane lei, la Colman, che ancora una volta riesce a trasmettere in maniera sorprendente tutta la complessità del personaggio di Elisabetta II, cogliendo silenzi, sguardi, gesti della sovrana, rielaborandoli però con la sua recitazione personale: non c’è imitazione, non c’è maschera, ma semplicemente adesione al personaggio. La Colman ci consegna una regina solida, granitica, l’unica che sembra avere il polso della situazione, fuori e dentro al palazzo, capace di seguire le regole del protocollo con un rigore quasi disumano. La corona è la sua vita, è lei stessa, ben oltre la dimensione coniugale, il ruolo di madre oppure di sorella. Elisabetta II governa tutti, familiari e cittadini britannici, senza apparente esitazione. Il suo problema forse è l’isolamento affettivo, emozionale, cui è condanna dal ruolo sin da ragazza: la corona viene prima di tutto, non esistono alibi o deroghe. Mai. Se dunque il racconto in “The Crown 4” risulta assolutamente riuscito e trascinante, da applauso, non poca esitazione genera la riflessione dal punto di vista antropologico: la vita di questi reali, così come ci vengono proposti, appare “povera”, incastonata in un protocollo asettico e asfittico, tra obblighi di apparenza e solitudini brucianti. E sullo sfondo il Paese reale sempre più distante.

Utilizzazione

La serie è una lezione di regia-sceneggiatura nel racconto della Storia inglese e internazionale del '900, utile per dibattiti per approfondire anche le dinamiche della Casa reale e i rapporti con la politica del tempo. In più, il racconto offre uno spaccato della dimensione familiare e delle restrizioni imposte dagli obblighi istituzionali.

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