THE HABIT OF BEAUTY

Valutazione
Consigliabile, Realistico, dibattiti
Tematica
Carcere, Famiglia - genitori figli, Giovani, Lavoro
Genere
Drammatico
Regia
Mirko Pincelli
Durata
89'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Gran Bretagna, Italia
Titolo Originale
The Habit of Beauty
Distribuzione
Europictures
Musiche
Peter Michaels
Montaggio
Esmeralda Calabria

Orig.: Italia/Gran Bretagna (2014) - Sogg. e scenegg.: Enrico Tessarin - Fotogr.(Scope/a col.): Fabio Cianchetti - Mus.: Peter Michaels - Montagg.: Esmeralda Calabria - Dur.: 89' - Produz.: The Habit of Beauty, Orisa Produzione.

Interpreti e ruoli

Francesca Neri (Elena), Vincenzo Amato (Ernesto), Nico Mirallegro (Ian), Elena Cotta (Teresina), Noel Clarke. (Stuart), Nick Moran (Adam), Kierston Wareing (Rita), Luca Lionello (Ludovico), Mia Benedetta (Stella), Tommaso Maria Neri (Carlo)

Soggetto

Elena e Ernesto hanno vissuto la tragica perdita in un incidente del figlio Carlo. Dopo tre anni i due si sono separati, ora Elena a Londra ha conosciuto Ian, ragazzo inglese con molti problemi; Ernesto, fotografo in difficile fase creativa, la contatta perché vorrebbe esporre nella galleria di lei una serie di fotografie, per dimostrare di essere ancora attivo e capace...

Valutazione Pastorale

Si tratta di una produzione tra Italia e Gran Bretagna, perché il regista ha vissuto a Londra dall'età di diciotto anni e per i n13 anni successivi. Nella capitale inglese, Pincelli ha studiato fotografia e ha cominciato a girare documentari, sentendosi più portato per storie aderenti al vero che indicatrici di verità. La casa, per esempio, dove risiede Ian è autentica e rimanda ad interni di forte aderenza realistica. Dentro questa cornice che ritrae situazioni di emblematica quotidianità, si snoda una vicenda non sempre autentica e credibile. Forse si aprono troppe sottovicende forse il contrasto tra marito e moglie (ex) appare un po' forzato, forse il passaggio tra Londra, location principale, e il Trentino,luogo secondario, mette un po' fuori strada. E lo stato di salute di Ernesto, gravemente malato, spinge i fatti verso una sorta di rassegnazione esistenziale. Qualche scompenso non toglie niente ad una messa in scena di complessiva e lucida vitalità. Della quale si salvano i caratteri e le sfumature, quella malinconia per le sorti amare di una certa middle-class britannica e il rimpianto per non aver raggiunto i traguardi desiderati. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare consigliabile, realistico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come avvio ad una riflessione su aspetti più o meno conosciuti (noti, indagati, evidenziati) della vita inglese.

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