THE MISSING GUN

Valutazione
Accettabile, semplice
Tematica
Politica-Società
Genere
Commedia
Regia
Lu Chuan
Durata
120'
Anno di uscita
2003
Nazionalità
Cina
Titolo Originale
The missing gun
Distribuzione
Columbia TriStar Fims Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Lu Chuan Fan Ying
Musiche
Feeling Band
Montaggio
Zhang Yifan

Orig.: Cina (2001) - Sogg.: Fan Ying - Scenegg.: Lu Chuan - Fotogr.(Panoramica/a colori): Xie Zhengyou - Mus.: Feeling Band - Montagg.: Zhang Yifan - Dur.: 120' - Produz.: Columbia Pictures Film Production Asia in cooperazione con Huayi Brothers & Taihe Investment Co.Ltd.

Interpreti e ruoli

Jiang Wen (Ma Shan), Ning Jing (Li Xiaomeng), Wu Yujuan (la moglie di Ma Shan), Shi Liang.

Soggetto

In Cina Ma Shan, un poliziotto di provincia, si sveglia dopo una notte agitata e scopre che la sua pistola è scomparsa. Lui sa che rischia tre anni di carcere e che, essendo proibito in Cina possedere armi, chi l'ha presa potrebbe essere intenzionato ad usarla. Ma Shan pensa di averla smarrita la sera prima al matrimonio di una cugina. Va da lei, capisce che tutti al banchetto erano ubriachi e allora si fa dare la lista delle persone sedute vicino a lui. Comincia allora un'affannosa ricerca che lo porta a contatto con individui strani, con Li Xiaomeng, una ragazza che era stata il suo primo amore. La sera seguente Li viene trovata morta, il proiettile sembra partito proprio da quella pistola e Ma Shan finisce in prigione. Con la forza della disperazione, Ma Shan riesce a convincere i suoi colleghi che il colpevole é Zhou Xiaogang, uomo arricchitosi con loschi affari. Liberato, Ma Shan riprende le ricerche, incontra un suo amico che ora dice di avere la pistola e gli spara: in realtà Ma Shan si era travestito da Zhou Xiaogang e l'amico voleva sparargli perché aveva inquinato per i suoi affari tutta l'acquavite della zona.

Valutazione Pastorale

Si tratta di un film cinese, girato in 39 giorni nella località rurale di Guizhou, nella Cina sud-occidentale. Appena un pizzico di trama 'gialla' si insinua in una commedia che si propone come un ritratto per più versi interessante di una certa Cina contemporanea, tra ambienti e modi di fare fortemente arcaici da un lato e una modernità che si affaccia ma fa fatica ad affermarsi dall'altro. In realtà sembra in certi passaggi che la storia voglia proporsi come una sorta di favoletta morale nella quale è possibile, per così dire, rimpiangere il buon tempo antico: quando cioé rubare una pistola era una cosa grossa, a fronte del disinteresse che permea le abitudini che arrivano dall'occidente. La pistola, insomma, qualifica la dignità di uno 'status', di una condizione dalla quale non si può tornare indietro. Più che portato a cambiare le cose, il copione sembra dunque voler mettere un freno, in ciò mostrandosi allineato con le direttive centrali. Il ladro della pistola, alla fine, l'ha rubata per eliminare il gangster ricco e malvagio. Lineare nella narrazione, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile e nell'insieme semplice. UTILIZZAZIONE: il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria, e recuperato come occasione di conoscenza 'dal di dentro' del Pianeta Cina.

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