THE SNAPPER *

Valutazione
Discutibile, Scabrosità
Tematica
Aborto
Genere
Grottesco
Regia
Stephen Frears
Durata
94'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Gran Bretagna
Titolo Originale
THE SNAPPER
Distribuzione
Mikado Film
Soggetto e Sceneggiatura
Roddy Doyle Tratto dal romanzo "The Snapper" di Roddy Doyle
Musiche
autori Vari
Montaggio
Mick Audsley

Sogg.: Tratto dal romanzo "The Snapper" di Roddy Doyle - Scenegg.: Roddy Doyle - Fotogr.: (panoramica/a colori) Oliver Stapleton - Mus.: autori Vari - Montagg.: Mick Audsley - Dur.: 94' - Produz.: Lynda Myles - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Tina Kellegher (Sharon Curley), Colm Meaney (Dessie Curley), Ruth Mc Cabe (Kay Curley), Colm O' Byrne (Darren Curley), Eanna Macliam (Craig Curley), Clara Duffy (Kimberley Curley), Pat Laffan (George Burgess), Joanne Gerrard, Peter Rowen, Fionnuala Murphy, Deirdre O' Brien, Karen Woodley, Virginia Cole, Denis Menton

Soggetto

nel quartiere di Barrytown alla periferia di Dublino, l'imbianchino Dessie Curley alterna lavoro, bevute abbondanti con gli amici al pub locale, allegria e cura della numerosa e rumorosa famiglia, affiatato con la moglie Kay e impegnato a tener a bada i figli sempre in vena di combinarne qualcuna: Craig, di ritorno da un servizio in Libano con le forze multinazionali di pace; Sharon, commessa in un supermarket; Sonny di sedici anni, impulsivo e provocatore; Lisa quattordicenne; Darren che desidera una bicicletta da corsa per il suo compleanno e la piccola Kimberley, majorette convinta e impettita. A scompigliare ulteriormente la già tumultuosa convivenza familare si aggiunge, a sorpresa, la confessione di Sharon di essere incinta: di chi non vuol dirlo, ma da indizi abbastanza evidenti pare si tratti di George Burgess, un maturo vicino che durante una fortuita ubriacatura di Sharon, nel corso di una serata d'allegria con le amiche, ha abusato della ragazza approfittando della sua semi-incoscienza. Dopo una prima reazione di sconcerto e di incredulità, i genitori decidono di parlarne apertamente in famiglia dove l'imbarazzante "novità" viene appresa con discreta disinvoltura. Sharon non ha la minima intenzione di abortire: la madre "accusa ricevuta" del fatto, e Dessie, dopo infuriate reazioni nei confronti del probabile profittatore, si scopre il più premuroso e ansioso alleato della figlia. Asseconda la diceria sparsa da Sharon che padre del nascituro sia un marinaio spagnolo di passaggio; ne segue le fasi della gravidanza acquistando un libro sull'argomento; si oppone con violenza a chi si permette di offenderla; la conforta nei momenti di crisi; la trasporta in ospedale per il parto col suo sconquassato furgone; attende concitato l'evento come il più apprensivo dei possibili padri "in attesa", finchè Sharon mette al mondo una bellissima bimba, Georgina.

Valutazione Pastorale

Condotto con ritmo sostenuto, il film di Frears ha il merito di affrontare un tema scottante, che un perbenismo di facciata non cessa, in un contesto sociale europeo quanto mai permissivo e moralmente disinibito, di considerare come deplorevole, non esitando, peraltro, a rivendicare il diritto all'aborto come disinvolta panacea per coprire un dubbio "onore" ed evitare i pesi e le complicazioni di una maternità irregolare. E lo affronta in chiave di commedia grottesca, ma anche di apologo-sfida nei confronti delle contraddizioni farisaiche della nostra cultura, che pare aver smarrito il senso dei valori e della loro gerarchia: la vita, innanzi tutto. E di vitalità trabocca questo racconto bislacco, che ha per centro una famiglia proletaria e un quartiere popolano; la prima all'insegna della concitazione e del fragore al limite del paradosso, ma esempio di compattezza, tolleranza e solidarietà; il secondo sospettoso, guardigno e maldicente ad oltranza, erede di una mentalità manichea dura a morire. Oltre a qualche scabrosità nelle immagini un appunto va fatto al linguaggio sboccato, ma forse aderente all'ambiente. Notevole la recitazione di Tina Kellegher e particolarmente quella di Colm Meaney nel ruolo di Dessie.

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