TRAINING DAY

Valutazione
Discutibile, violenze*
Tematica
Potere, Violenza
Genere
Poliziesco
Regia
Antoine Fuqua
Durata
123'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Training day
Distribuzione
Warner Bros Italia
Musiche
Mark Mancina
Montaggio
Conrad Buff

Orig.: Stati Uniti (2001) - Sogg. e scenegg.: David Ayer - Fotogr.(Scope/a colori): Mauro Fiore - Mus.: Mark Mancina - Montagg.: Conrad Buff - Dur.: 123' - Produz.: Robert F. Newmyer.

Interpreti e ruoli

Denzel Washington (Alonzo Harris), Ethan Hawke (Jake Hoyt), Scott Glenn (Richard), Eva Mendes (Sara), Charlotte Ayanna (Lisa Hoyt), Tom Berenger (Stan Gursky), Snoop Doggy Dogg (Snoop Dogg), Harris Yulin (Doug Rosselli), Raymond J.Barry (Lou Jacobs), Cliff Curtis. (Smiley)

Soggetto

Nella polizia di Los Angeles Jake Hoyt é ancora una recluta, e per essere assegnato alla squadra antinarcotici dell'esperto sergente Alonzo Harris non ha altra scelta che passare una intera giornata al suo fianco. Con tredici anni di anzianità alle spalle e con il ricorso a metodi sempre tra legalità e corruzione, Harris è come al solito nei guai: un esponente di spicco della mafia russa lo vuole eliminare se non consegna entro la mezzanottte una forte somma di denaro. Harris certo non si rassegna e mette a punto un piano. Si presenta a casa di Richard, un ricercato già suo confidente, con un falso mandato di cattura, per incastrarlo, e prendere i suoi soldi ma l'irruzione finisce con una sparatoria. Dopo un po' allora Harris ordina a Jake di provvedere ad eliminare Richard. Ma il giovane, disgustato dal modo di fare di Harris, rifiuta e a sua volta lo minaccia. Quando la tensione arriva al culmine, Jake e Harris si affrontano. Harris picchia a sangue Jake, che malconcio si allontana. Anche Harris riprende la macchina ma, arrivato ad un semaforo, viene crivellato di colpi dai sicari della mafia russa.

Valutazione Pastorale

Ancora una coppia di poliziotti, stavolta nella variante dell'incontro tra un navigato 'professionista' che non si fa scrupoli di usare gli stessi sistemi di coloro che combatte, e un giovane all'inizio della carriera, che vede a poco a poco diminuire e poi crollare l'ammirazione a lungo nutrita per il più anziano collega. Los Angeles é, naturalmente, scenario di guerra con tutte le conseguenti sfaccettature e con l'alternarsi continuo di azione da una parte e di tono 'morale' dall'altra. Tra inseguimenti, sparatorie, uccisioni, Harris vuole dare al giovane collega lezioni di comportamento, e butta lì con naturalezza i grandi principi del coraggio e della verità da far trionfare. Quando poi spara all'amico che non vuole ubbidirgli, a tornare in primo piano é l'assurdità dell'assunto iniziale, con quella pretesa di invulnerabilità che Harris si attribuisce senza farsi altre domande. Un patteggiamento per la sopravvivenza, una mania devastante di protagonismo che porta alla tragedia. Il racconto diventa così la cronaca di una perdizione e di una condanna: Jake è l'eroe, Harris l'antieroe. Crudemente realistico e in qualche passaggio spinto oltre la misura della realtà, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come discutibile, per l'alternanza di momenti riusciti capaci di restituire tutto il dramma di uno scenario sociale inquietante con altri inutilmente eccessivi sul piano verbale e visivo. Le violenze poi caretterizzano indubbiamente la vicenda. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per proposte mirate, nell'ambito del genere "thriller-poliziesco". Attenzione va tenuta per i minori in casi di passaggi televisivi.

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