TRANSAMERICA

Valutazione
Inaccettabile, negativo
Tematica
Famiglia - genitori figli, Omosessualità, Sessualità
Genere
Drammatico
Regia
Duncan Tucker
Durata
103'
Anno di uscita
2006
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Transamerica
Distribuzione
DNC entertainment
Musiche
David Mansfield
Montaggio
Pam Wise

Orig.: Stati Uniti (2004) - Sogg. e scenegg.: Duncan Tucker - Fotogr.(Panoramica/a colori): Stephen Kazmierski - Mus.: David Mansfield - Montagg.: Pam Wise - Dur.: 103' - Produz.: Linda Moran, Rene Bastian, Sebastian Dungan.

Interpreti e ruoli

Felicity Huffman (Bree), Kevin Zegers (Toby), Fionnula Flanagan (Elizabeth), Burt Young (Murray), Elizabeth Peña (Margareth), Graham Greene (Calvin), Carrie Preston (Sydney), Venita Evans (Arletty), Jon Budinoff (Alex), Bianca Leigh (Mary Ellen), Danny Burstein (dr. Spikowsky), Raynor Scheine (Bobby Jensen)

Soggetto

A Los Angeles per il transessuale Bree (si chiamava Stanley) sta arrivando il giorno fissato per l'operazione. Poco prima, riceve una chiamata da New York: dal carcere un ragazzo afferma di cercare il padre che non ha mai conosciuto. Bree capisce di essere il padre di quel figlio avuto 17 anni prima da un occasionale rapporto eterosessuale, e vola dall'alta parte dell'America. Paga la cauzione, fingendosi una volontaria missionaria, fa uscire Toby (cosi si chiama), lo convince a seguirlo. Per tornare in California affittano una macchina, e il viaggio diventa l'occasione per conoscersi meglio. Scoperto casualmente che quella Bree ha fattezze da uomo, Toby continua tuttavia a seguirla. Quando infine Toby viene a sapere la verità, si allontana, intenzionato a seguire Los Angeles il proprio obiettivo di diventare attore di film porno. Ora Bree può finalmente sottoporsi all'operazione. Quando é diventata una donna a tutti gli effetti, alla sua porta di casa suona Toby. Lei lo accoglie, lui si siede sul divano.

Valutazione Pastorale

Ci sarebbe da chiedersi coma mai il senso della misura non riesca (quasi) mai ad appartenere ai registi che si apprestano a trattare temi importanti e seri. L'argomento centrale di un essere umano che avverte su di sé pulsioni che lo spingono verso l'atro sesso e questo obiettivo cerca di raggiungere, vivendone anche le difficoltà, il dolore, i traumi, questo argomento, si diceva, non bastava. E allora ecco che il figlio sbucato fuori all'improvviso chiama dal carcere, perché si droga e si prostituisce. Ecco che, durante il viaggio, lo stesso ragazzo non si fa scrupolo di avere rapporti mercenari con camionisti; che la famiglia di Bree é ovviamente disastrata e in piena deriva affettiva; che Toby, ancora non sapendo, cerca di insidiare la sua accompagnatrice; che a Los Angeles ancora Toby viene mostrato mentre gira film porno e omosessuali. Sorvolando sul resto, si arriva al finale, in cui lei ora accoglie lui come madre. E tutto va a posto. Troppo comodo, troppo banalizzato, troppo artificioso, troppo 'costruito' per parlare di quell' America minore ormai ingiallito stereotipo di se stessa. Fatta salva la encomiabile prova attoriale di Felicity Huffman nel difficile ruolo della protagonista, il resto ha il solito tono del problema che non esiste, della soluzione precotta e preconfezionata. Dal punto di vista pastorale, il film é da valutare come inaccettabile, e decisamente negativo. UTILIZZAZIONE: é da evitare sia in programmazione ordinaria sia in altre circostanze. Molta attenzione é da tenere per i minori in vista di passaggi televisivi o di uso di VHS e DVD.

Le altre valutazioni

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