UN ALDO QUALUNQUE

Valutazione
Accettabile-riserve, semplicistico
Tematica
Amicizia, Lavoro, Matrimonio - coppia, Politica-Società, Storia
Genere
Commedia
Regia
Dario Migliardi
Durata
85'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
01 Distribution
Musiche
Timoria
Montaggio
Claudio Cormio

Orig.: Italia (2002) - Sogg. e scenegg.: Salvatore De Mola, Valeria Giasi, Dario Migliardi - Fotogr.(Scope/a colori): Arnaldo Catinari - Mus.: Timoria - Montagg.: Claudio Cormio - Dur.: 85' - Produz.: RAI Cinema, Kubla Khan.

Interpreti e ruoli

Fabio De Luigi (Aldo Chimenti), Michele Bottini (Biagio), Giuseppe Battiston (Caimano), Silvana Fallisi (Marisa), Manuela Ungaro (Hèlena), Neri Marcorè (Mark), Claudio Botosso (Commissario)

Soggetto

Anno 1978. Aldo Chimenti e la moglie Marisa arrivano a Torino da un piccolo paese della provincia di Bari. Marisa lavora in polizia, e a tenerle compagnia arriva di quando in quando l'immagine di Mark, un poliziotto cinematografico di grande successo. Aldo, fervente cattolico, si divide fra il lavoro come ragioniere capo alla ditta Maltone e la partecipazione al coro della parrocchia diretto da don Luigi, sacerdote hippie. In seguito ad un banale incidente di macchina, Aldo conosce Biagio e Caimano. Ex comunista disilluso, Biagio é nullafacente e in continua lite con la moglie Hélena. Caimano sta con Biagio e fa quello che lui gli dice di fare, cioé niente. Aldo diventa amico di Biagio e Caimano: un'amicizia che nasce da punti di partenza opposti e ad un certo momento si trova d'accordo nell'intenzione di dare una svolta alle rispettive vite, decidendo di 'fare soldi'. Entrano così nel giro delle scommesse, e qui pensano di essere in grado di fare il colpo grosso su una partita di calcio. Mentre ascoltano la radiocronaca, sono in realtà intercettati dalla centrale di polizia, dove c'è anche Marisa. Il risultato finale non è quello sperato, i soldi sono persi, tutto è andato male, i tre amici si separano. Aldo, che era stato licenziato dalla ditta, ora capisce di dovere ricominciare una nuova vita, più matura e concreta.

Valutazione Pastorale

Di Dario Migliardi si può dire che si tratti di un regista fortunato: il suo "La lettera" é uno dei rari cortometraggi che ha avuto l'occasione di essere distribuiti nelle sale cinematografiche e quindi di avere un minimo di visibilità. Se il corto è, secondo tradizione, preliminare al 'lungo', ecco Migliardi esordire ora nella canonica durata dei 90' con una storia di respiro più ampio dal titolo curioso. "Un Aldo qualunque" vuole essere il ritratto di un protagonista e di altri comprimari per così dire 'anonimi' sullo sfondo di un anno, il 1978 appunto, che invece per l'Italia é stato esattamente il contrario, ossia segnato da avvenimenti talmente eclatanti da diventare Storia nel momento stesso in cui succedevano (rapimento e uccisione di Aldo Moro; dimissioni del presidente Leone e successiva elezione di Pertini; tre Papi in tre mesi sul soglio di Pietro...). Aldo cattolico, Biagio comunista privo di speranze rivoluzionarie, Caimano stordito: figure di un'Italia di passaggio tra fine del boom economico, crisi energetica, terrorismo, compromesso storico incalzante. Figure esemplari, rappresentative? In parte certo si. Ma quando dovrebbe andare al fondo di certe analisi ed essere più graffiante, il racconto si sfilaccia e cede al macchiettismo, agli sterotipi, al banale prevalere di confusione, incertezze, incapacità di essere se stessi o di essere qualcos'altro. Così si resta alla superficie dei fatti e delle psicolgie, unita ad un certo rimpianto per quella stagione ingenua e sconnessa. Ma é giusto rimpiangere? Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come accettabile, ma con riserve, dovute proprio al tono generalmente semplicistico e un po' troppo consolatorio. UTILIZZAZIONE: più che in programmazione ordinaria, il film si segnala per occasioni mirate, come ritratto dell'Italia anni '70 recuperato con una certa cura di ambienti e atmosfere.

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