UN ANNO IN CAMPAGNA

Valutazione
Inaccettabile, amorale
Tematica
Amicizia, Famiglia - genitori figli, Giovani
Genere
Commedia
Regia
Marco Di Tillo
Durata
90'
Anno di uscita
2000
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Istituto Luce
Musiche
Paolo Casa
Montaggio
Claudio Di Mauro

Orig.: Italia (1999) - Sogg. e scenegg.: Marco Di Tillo - Fotogr.(Panoramica/a colori): Roberto Benvenuti - Mus.: Paolo Casa - Montagg.: Claudio Di Mauro - Dur.: 90' - Produz.: Star Edizioni Cinematografiche.

Interpreti e ruoli

Sandra Eyraud (Nathalie), Giulio Di Mauro (Sandro), Francesca Antonelli (Gabriella), Enzo Cardogna (Franco), Yari Gugliucci (Uccio), Simone Piccioni (Paolo), Renzo Rinaldi (Sasà), Ludovica Modugno (Margherita), Stefania De Luca (Giulia), Erika Saffo Savastano . (Erika)

Soggetto

Sandro, studente universitario di 23 anni molto indietro con gli esami, decide di andare a trovare il suo amico Paolo che ha scelto di vivere in un casale di campagna insieme alla sua nuova fidanzata francese Nathalie. Sul posto ci sono anche Uccio e Gabriella, coppia di vecchia data, e Franco, figlio dell'ex fattore del podere. Sandro non ama la vita nei campi, vuole solo recuperare alcuni libri prestati tempo prima a Paolo, e poi é deciso a tornare subito a Roma. Conosce però Nathalie, se ne innamora e quando lei gli chiede di trattenersi per un po' non riesce a dire di no. Passano i giorni e passano le settimane. Sandro ormai fa parte della comune. Molte cose succedono: una tempestosa conoscenza con Sasà, il vicino di casa, ex coreografo della televisione; la visita dei genitori dei vari ragazzi; l'arrivo del freddo dell'inverno; le feste rock per festeggiare la primavera e, soprattutto, i tradimenti di amore e di amicizia. Le coppie si rimescolano con facilità, e Sandro non riesce più a comprendere la situazione. Quando lui e gli altri tornano in città é passato un anno, forse importante per la crescita di ciascuno.

Valutazione Pastorale

La commedia vorrebbe proporsi come un ritratto di un gruppo di giovani dei nostri tempi che, dice il regista, "tentano di sfuggire non solo all'inquinamento metropolitano ma, e soprattutto, ad un tipo di vita troppo spesso caratterizzata dalla sfrenata rincorsa alla carriera e da valori estremamente superficiali". La dichiarazione lascia molto con l'amaro in bocca, perché niente di tutto questo si ritrova nel prodotto finito. In particolare, risulta implausibile e fuori luogo il richiamo ai 'valori superficiali che si fuggono': ma per recuperarne quali altri? Non è chiaro, perché il film è pieno di sbiaditi stereotipi che richiamano il peggio del '68 e dintorni. Non c'è approfondimento, i personaggi sono insulsi, inconcludenti, poco credibili. L'ipocrisia domina sovrana nei rapporti cosiddetti d'amicizia, si pensa solo al soddisfacimento immediato, e se qualche valore vien fuori é relativo ad esempi di vita vuoti e negativi. Manca la capacità di capire e raccontare i giovani di oggi, in tutte le loro contraddizioni. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come inaccettabile, proprio per la sua amoralità di fondo. UTILIZZAZIONE: il film é da escludere dalla programmazione ordinaria. Poco opportuno risulta l'utilizzo anche in altre occasioni per affrontare temi relativi ai giovani italiani anni Novanta.

Le altre valutazioni

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