UN DELITTO IMPOSSIBILE

Valutazione
Accettabile, Realistico, dibattiti**
Tematica
Giustizia
Genere
Giallo
Regia
Antonello Grimaldi
Durata
93'
Anno di uscita
2001
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Columbia Tristar Films Italia
Soggetto e Sceneggiatura
Fabrizio Bettelli, Maura Nuccetelli liberamente tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu
Musiche
Ludovico Einaudi
Montaggio
Angelo Nicolini

Orig.: Italia (2001) - Sogg.: liberamente tratto dal romanzo "Procedura" di Salvatore Mannuzzu - Scenegg.: Fabrizio Bettelli, Maura Nuccetelli - Fotogr.(Normale/a colori): Paolo Carnera - Mus.: Ludovico Einaudi - Montagg.: Angelo Nicolini - Dur.: 93' - Produz.: Gianfranco Piccioli per Hera International Film, RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Carlo Cecchi (Piero D'Onofrio), Angela Molina (Lauretta Oppo), Ivano Marescotti (Pani), Lino Capolicchio (Valerio), Rinaldo Rocco, Sante Maurizi, Tatiana Lepore ., Vanni Fois, Giancarlo Monticelli, Silvio Muccino

Soggetto

A Sassari, nel bar del tribunale, il procuratore Garau muore dopo aver ingerito una pillola al cianuro. Si tratta di omicidio, e le indagini, di competenza di un tribunale esterno, in questo caso di Palermo, vengono affidate al giudice Piero D'Onofrio. Al momento della morte accanto a Garau si trovava Lauretta, magistrato e amante da dieci anni del procuratore. D'Onofrio interroga in successione prima la donna di servizio rumena di casa Garau, poi Lauretta, poi lo zio sacerdote. Una notte si introduce in casa di Garau ma qualcuno gli tende un agguato e lo colpisce. D'Onofrio capisce che la soluzione è nel passato non sempre chiaro della famiglia Garau. Ma qui molti ostacolo gli vengono incontro. Nonostante il parere contrario del procuratore capo Pani, D'Onofrio va avanti, fin quando la verità appare verificabile nei rapporti tra Garau e il giovane magistrato Ilio Melis. Quando quest'ultimo ha ormai firmato la deposizione, D'Onofrio la strappa. La colpa viene attribuita alla sorella morta di Garau.

Valutazione Pastorale

Ispirandosi ad un romanzo di Salatore Mannuzzu, Grimaldi, sassarese di nascita, gira un film che -precisa- : "...ha il suo perno nella continua, quasi ossessiva ricerca della verità, o sarebbe meglio dire delle verità, da parte di tutti i personaggi. Anche se ognuno di loro è spinto da motivazioni diverse. Tutti scavano a fondo, su avvenimenti e persone, scavalcano scrupoli e sentimenti, provocano sommovimenti profondi e danni spesso irrimediabili". Questa ricerca di verità si scontra, com'é inevitabile e prevedibile, con coloro che vogliono tenerla nascosta. Ma D'Onofrio verifica che, se anche si arriva a conoscerla, ugualmente la verità talvolta non può essere detta, o rivelata con tranquillità. Sembra un atteggiamento pessimista, ma è invece il punto d'arrivo di un percorso che, passando attraverso un mistero svelato a poco a poco con pazienza e coraggio, denuncia il malcostume, laddove si devono tutelare i diritti degli altri, sottolinea le carenze della giustizia, ammanta il lavoro di D'Onofrio di una sorta di amarezza e di disillusione. L'indice è puntato sulla carenza di assunzione di responsabilità in un contesto in cui è forte la tentazione di abbandonarsi al fatalismo e al caso. Anche la Chiesa istituzione e il sacerdote cono visti in modo un poi' sterotipato. Resta comunque un racconto 'giallo' di buon livello e di buona sostanza che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come accettabile, senz'altro realistico e adatto a dibattiti. UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e da recuperare nell'ambito dei rapporti 'cinema italiano/cinema giallo, e di quello tra Sardegna e cinema. Attenzione per i minori in caso di passaggi televisivi.

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