UN EROE PICCOLO PICCOLO ***

Valutazione
Raccomandabile, Complesso
Tematica
Famiglia - genitori figli
Genere
Drammatico
Regia
Marshalla Herscovitz
Durata
99'
Anno di uscita
1993
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
JACK THE BEAR
Distribuzione
Fox
Soggetto e Sceneggiatura
Steven Zailliaa tratto dal romanzo "Jack the bear" di Dan Mc. Call
Musiche
James Horner
Montaggio
Steven Rosemblum

Sogg.: tratto dal romanzo "Jack the bear" di Dan Mc. Call - Scenegg.: Steven Zailliaa - Fotogr.: (scope/a colori) Fred Murphy - Mus.: James Horner - Montagg.: Steven Rosemblum - Dur.: 99' - Produz.: Bruce Gilbert

Interpreti e ruoli

Danny De Vito (John Leary), Robert J. Steinmiller Jr. (Jack Leary), Miko Hughes (Dylan Leary), Gary Sinise (Norman Strick), Art La Fleur (Festinger), Stefan Gierasch (Grandpa Glickes), Erica Yohn (Grandma Glickes), Andrea Marcovicci, Julia Louis-Dreyfus, Bert Remsen, Reese Witherspoon

Soggetto

nel 1972, dopo che l'amata moglie è morta in un incidente automobilistico, John Leary educa affettuosamente da solo i due figli: Jack, chiamato anche Jack l'Orso, di dodici anni, e Dylan di tre, coi quali si è trasferito a Oakland (California). Leary è diventato popolarissimo fra i bambini del vicinato, perché è il presentatore di un programma televisivo dell'orrore, che entusiasma i giovanissimi, i quali vogliono spesso giocare "ai mostri" con lui, che è rimasto un pò bambinone. In realtà, anche perché il prade beve parecchio, il vero capo di famiglia è Jack, serio e sensibile, che sente in modo struggente la mancanza della madre e la sogna spesso. Casa Leary è molto adatta per giocare, ma è proibito andare nel giardino sul retro, perché c'é accanto un recinto, che racchiude cani feroci. Nella casa di fronte abita Norman Strick, soprannominato lo "zombie", uno strano giovanotto cupo e solitario, che ha una gamba zoppa, e del quale i ragazzini dicono che ha ucciso i genitori e accecato da un occhio il suo cane con un sasso. Mentre i nonni materni dei bambini Leary sono in disaccordo col genero al quale vorrebbero togliere i figli, John rischia di perdere il lavoro per la sua scarsa affidabilità, e supplica il suo capo di non licenziarlo. Intanto accadono fatti strani: Norman va a chiedere a Leary un contributo in danaro per aiutare un noto filonazista, ed esprime chiaramente i proprio odio per neri ed ebrei, perciò Leary gli rifiuta qualsiasi aiuto. Poco dopo il cane di Norman viene trovato morto davanti casa dei Leary: è stato avvelenato, e inutilmente John dichiara all'ostile "zombie" di essere innocente di quella morte. Frattanto Dylan comincia ad andare a scuola, accompagnato dal fratello, il quale sta intanto vivendo la sua prima storia d'amore con la giovanissima Karen. Improvvisamente il piccolo Dylan scompare: l'amico Dexter lo ha visto salire in auto con Norman, e Jack chiama subito la polizia; il subbuglio è grande anche fra i vicini, ma alla fine il bambino viene ritrovato vivo, solo, nel fango di un torrente, di notte. Per il trauma non parla, ma non ha subito violenze. Ora i nonni portano a casa loro per qualche giorno i bambini, mentre John che ha smesso di bere, va ad insultare i vecchi genitori di Norman, che vivono segregati in casa, quindi fracassa l'auto del giovane. Lasciato Dylan coi nonni, Jack torna dal padre, che intanto guarda piangendo le foto della moglie, domandandole perdono per averla fatta soffrire, ubriacandosi. Una sera, quando John rentra, salta tutto l'impianto elettrico, che è stato manomesso, e sono stati tagliati i fili del telefono. I due Leary avvertono nel buio la presenza minacciosa di Norman accanto a loro. Inseguito dallo zoppo, il bambino finisce col buttarsi dalla finestra, strisciando poi sul ramo di un albero, che sovrasta il recinto dei cani feroci. Cercando di afferrare il ragazzo, Norman cade fra i cani, che lo sbranano. Poi il padre e Jack parlano commossi della manna, che manca tanto a tutti e due, e il ragazzo suona al piano la canzone che lei gli ripeteva ogni sera, ma non ne ricorda il titolo. Allora improvvisamente Dylan riprende a parlare: la canzone si chiama "L'Orso Jack". I tre Leary si abbracciano felici: ora possono riprendere una vita serena.

Valutazione Pastorale

si tratta di un film raccomandabile per la sua finezza psicologica nel tratteggiare i complessi caratteri dei personaggi, sia gli adulti, che i ragazzi. Particolarmente interessanti sono Jack e suo padre, che, dopo un periodo nel quale il bambino ha giudicato l'adulto un pagliaccio, trovano al fine comprensione ed equilibrio nel ricordo della defunta, la cui presenza è sempre avvertibile in casa, fra i suoi, come quella di un angelo protettore. La scena che da la chiave di lettura del lavoro è quella della partita a scacchi tra il nonno e il nipote, in cui si rivela quanto il bambino apprezzi la tenera comprensione di suo padre. Qualche momento del film, che può apparire un pò sentimentale, è giustificato dalla vicenda. Ottimi gli attori, sia i ragazzi che gli adulti. Jack è il bravo Robert J. Steinmiller Jr., è altrettanto da lodare è il piccolo Miko Hughes, che interpreta la parte di Dylan. Ma la perla del film è Danny De Vito, nel difficile e complesso ruolo di John Leary, che vive con grande sensibilità, sia nel lato comico che in quello patetico. Da lodare la regia di Marshall Herskovitz.

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