UN GATTO NEL CERVELLO

Valutazione
Inaccettabile, Delirante
Tematica
Genere
Horror
Regia
Lucio Fulci
Durata
91'
Anno di uscita
1990
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
UN GATTO NEL CERVELLO
Distribuzione
Lucas Film
Soggetto e Sceneggiatura
Lucio Fulci, Giovanni Simonelli, Antonio Tentori
Musiche
Fabio Frizzi
Montaggio
Vincenzo Tomassi

Sogg. e Scenegg.: Lucio Fulci, Giovanni Simonelli, Antonio Tentori - Fotogr.: (panoramica/a colori) Alessandro Grossi - Mus.: Fabio Frizzi - Montagg.: Vincenzo Tomassi - Dur.: 91' - Produz.: Executive Cine TV - Vietato ai minori degli anni diciotto

Interpreti e ruoli

Lucio Fulci (Lucio), David J. Thompson (Psichiatra), Jeo Fprey Kennedy, Malisa Longo, Ria De Simone, Brett Halsey, Paola Cozzo, Paul Muller, Adriana Russo

Soggetto

il regista Lucio Fulci ha una smodata passione per i film dell'orrore: sono una sua precisa scelta. A furia, però, di girare episodi e immagini mostruosi, finisce con il perdere la testa e a confondere realtà e fantasia in una orrenda commistione. Decide allora di consultare uno psichiatra, il quale da parte sua sta meditando di seviziare e uccidere barbaramente la moglie, per scaricare poi cadavere e colpa sul suo visionario cliente. Ossessionato dai mille scampoli (sangue e sesso) dei propri terrificanti prodotti, Fulci passa da un corpo mutilato all'altro, sguazzando fra rivoli di sangue vischioso, ipnotizzato perfino a distanza dallo psichiatra. Costui alla fine muore dopo aver eliminato la moglie mentre Fulci, tornato abbastanza tranquillo e "compos sui", continuerà ad inzeppare fil di pezzi anatomici, uncini e coltellacci, gettando ai pesci orecchie di plastica rosa e dita mozze.

Valutazione Pastorale

qui l'horror non ricorre nemmeno a quel filino di umor nero che, sia pure rare volte, lo giustifica agli occhi degli eventuali amatori. Il campionario di ciò che si vede è scontato, ma sempre ripugnante rimane: sangue a litri (la consueta salsa di pomodoro), chili di frattaglie umane, una dozzina almeno di corpi decapitati (con al seguito occhi sgusciati, bave, filamenti e cartilagini varie), reperti e lacerti di bassa macelleria, indi fruste, asce, uncini, accette e rasoi minacciosi. Fulci crede di vedere (a tratti si copre pudicamente gli occhi), immagine e rigurgita, senza pausa e senza rimedio, gli spezzoni mai digeriti dei propri film per riprendere infine a filmare lungo il filone mostruoso che tanto lo attira. Alla gradevole impresa contemplata da "Un gatto nel cervello" ha atteso il vero Lucio Fulci, sia come regista, che come sceneggiatore e attore, per un prodotto in cui deliri scatenati, massacri e aberrazioni fanno a rincorrersi, sciorinando compiaciute truculenze.

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