UN PICCIONE SEDUTO SU UN RAMO RIFLETTE SULL’ESISTENZA

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti * *
Tematica
Amicizia, Famiglia, Guerra, Lavoro, Metafore del nostro tempo
Genere
Drammatico
Regia
Roy Andersson
Durata
100'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Francia, Germania, Norvegia, Svezia
Titolo Originale
En duva satt pa en gren och funderade pa tilvaron
Distribuzione
Lucky Red Distribuzione
Musiche
tradizional
Montaggio
Alexandra Strauss

Orig.: Svezia/Norveglia/Francia/Germania (2014) - Sogg. e scenegg.: Roy Andersson - Fotogr.(Panoramica/a colori): Istvan Borbas, Gergely Palos - Mus.: tradizional - Montagg.: Alexandra Strauss - Dur.: 100' - Produz.: Pernilla Sandstrom - LEONE D'ORO alla 71^ Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, 2014.

Interpreti e ruoli

Holger Andersson (Jonathan), Nils Westblom (Sam), Charlotta Larsson (Lotta Zoppa), Viktor Gyllenberg (Carlo XII), Lotti Tornros (insegnante di flamenco), Jonas Gerholm (colonnello solitario), Ola Stensson (capitano/barbiere), Oscar Salomonsson (ballerino), Roger Olsen Likvern . (custode)

Soggetto

Tutti i giorni Sam e Jonathan percorrono le strade di Stoccolma e entrano in alcuni negozi: al titolare propongono la loro merce consistente in maschere con denti da vampiro e altri articoli per feste di carnevale. La percentuale di successo è molto vicina allo zero, e i due sopportano rifiuti accompagnati da varie motivazioni. La sera a casa, nelle rispettive camere ammobiliate, momenti di silenzio si alternano con litigate con altri inquilini e con il portiere del palazzo.

Valutazione Pastorale

Nato a Gothenburg il 31 marzo 1943, Roy Andersson dirige corti e qualche LM nei Sessanta e nei Settanta. Quindi si decica a spot pubblicitari. Torna al LM di finzione nel 2000 con "Canzoni dal secondo piano", cui segue "You, the living", 2006. Sono i primi due momenti di una trilogia conclusasi lo scorso anno con questo film dal titolo tanto enigmatico quanto suggestivo. Presentato in concorso alla 71^ Mostra d'Arte cinematografica di Venezia (2014), il film ha ricevuto il Leone d'Oro. Forse inatteso, certamente meritato. Perchè se compito di un Premio è (anche) quello di aiutare la visibilità di prodotti meno favoriti dal mercato, e insieme segnalarne il tasso di innovazione stilistica: entrambe queste condizioni sono ben presenti in questo film disorganico e affascinante, tanto scombinato quanto intenso e affidato a immagini di urtante, spigolosa poesia. I 39 quadretti che si snodano tra le strade di Stoccolma rappresentano i tasselli di uno sguardo affilato e corrosivo gettato su una vita quotidiana sospesa tra reazione e rassegnazione: fotogrammi fulminanti nei quali l'immagine insegue lo spazio e con inesausta fantasia ne ridefinisce i contorni, le dimensioni, gli oggetti. Il pessimismo insito in una cultura nordeuropea inesorabilmente segnata da Bergman cerca di affidarsi a spunti umoristici beffardi e cinici, incorniciati da un freddo distacco, da una neutra lontananza. Così i due protagonisti disegnano la disperata ricerca di divertimento e insieme l'impossibilità di goderne in pieno. Si ride amaro, in sintesi. E si verifica la capacità della regia di usare in modo nuovo e creativo piani sequenza di gelida armonia, come un dipinto dalle impreviste prospettive. Raccontini che mettono paura ma non privi di speranza. Nel cromatismo variegato del fotogramma, nel tragicomico rincorrersi di frasi appena accennate, nel sucedersi irruento di vita e di morte, di guerra e di pace, di dolore e di felicità, la parabola di Sam e Jonathan è quella di tutti noi, ombre vaganti nel mistero. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria e, più opportunamente, in situazioni mirate come proposta sulle nuove forme espressive del cinema attuale. Attenzione è da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di dvd e di altri supporti tecnici.

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