UN SOGNO CHIAMATO FLORIDA

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Bambini, Ecologia, Famiglia - genitori figli, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Sean Baker
Durata
115'
Anno di uscita
2018
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
The Florida Project
Distribuzione
Cinema
Musiche
Matthew Hearon Smith
Montaggio
Sean Baker

Orig.: Stati Uniti (2017) - Sogg. e scenegg.: Sean Baker, Chris Bergoch - Fotogr.(Scope/a col.): Alexis Zabé - Mus.: Matthew Hearon Smith - Montagg.: Sean Baker - Dur.: 115' - Produz.: Sean Baker, Chris Bergoch, Kevin Chinoy, Andrew Duncan, Alex Saks, Francesca Silvestri, Shih Ching Tsou.

Interpreti e ruoli

William Dafoe (Bobby), Bia Vinaite (Halley), Brooklin Prince (Moonee), Valeria Cotto (Jancey), Christopher Rivera (Scooty), Caleb Landry Jones (Jack), Macon Blair (John), Karren Karagulian (Narek), Sandy Kane . (Gloria)

Soggetto

A Orlando in Florida, accanto a parchi tematici, spettacoli e resort, c'è un piccolo quartiere abitato da persone che con grande fatica gestiscono la vita quotidiana...

Valutazione Pastorale

Bisogna dirlo. Entrare nel mondo di quello spicchio di Florida che abita il racconto non è semplice. O almeno non lo è subito. Perché il copione parte a razzo intorno ad un gruppo di bambini dai toni strafottenti e irrispettosi, incapaci di stare tranquilli, buoni solo a commettere guai e danni imprevedibili. La prima impressione insomma è quella sbagliata; basta poco e quella insistenza su volgarità varie si sposta sugli adulti, in particolare sulla mamma della piccola Moonee. E' su di lei che si concentra tutto il peggio delle malefatte. Halley è giovane, sola con una figlia a carico, senza lavoro, costretta ad inventarsi il modo per vivere, a trovare i soldi per pagarsi l'affitto di una modesta stanza. Il nodo cruciale è evidentemente qui: dentro un contesto che più edonistico, evasivo e divertito non si potrebbe, si colloca un luogo dove a prevalere sono i bisogni primari e la carenza di solidarietà. In quella striscia che pare abbandonata vagano individui come automi in cerca di affermazione di autorità e di supremazia sociale. Un ritratto di povertà e di abbandono, che stride non poco con il resto che parla di un' America felice e spensierata. Eppure Halley non si lamenta, non protesta, accetta la situazione, interiorizza il dolore e l'infelicità. Fino ad un incerto finale che vede la bambina e le sue amiche dirigersi verso un parco tematico pronte a cambiare vita. Ma non succederà mai. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

UTILIZZAZIONE: il film è da utilizzare in programmazione ordinaria, e in situazioni mirate come occasione di riflessione sulle pieghe nascoste di un'America esclusa dai lustrini e dalla vita scintillante.

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