UNA BELLEZZA CHE NON LASCIA SCAMPO

Valutazione
Discutibile, complesso
Tematica
Letteratura, Psicologia
Genere
Psicologico
Regia
Francesca Pirani
Durata
87'
Anno di uscita
2002
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Filmo
Soggetto e Sceneggiatura
Francesca Pirani Francesca Pirani ispirato alla lettura dello scritto di Massimo Fagioli "Una depressione" pubblicato sulla rivista 'Il sogno della farfalla'
Musiche
Tony Carnevale
Montaggio
Erika Manoni

Orig.: Italia (2001) - Sogg.: Francesca Pirani ispirato alla lettura dello scritto di Massimo Fagioli "Una depressione" pubblicato sulla rivista 'Il sogno della farfalla' - Scenegg.: Francesca Pirani - Fotogr.(Panoramica/a colori): Fabio Zamarion - Mus.: Tony Carnevale - Montagg.: Erika Manoni - Dur.: 87' - Produz.: Andrea de Liberato, Antonio Fusco per Caviar Produzioni.

Interpreti e ruoli

Thekla Reuten (Tony), Federico Scribani (Vittorio), Luca Citarella . (Alberto)

Soggetto

Giovane musiscista prossima al diploma in composizione, Tony vive insieme ad Alberto, che insegna paleontologia all'università. L'arrivo inatteso di Vittorio, amico di Alberto perso di vista da molto tempo, mette in crisi la tranquilla vita di Tony. La ragazza cade in una depresione dovuta alla contrapposizione tra le due immagini maschili che ora le stanno di fronte: Alberto intelligente e gentile, Vittorio pronto ad opporre continui rifiuti alle persone che lo circondano. Tony é attratta da Vittorio ma non sa fare chiarezza in se stessa. Nel tentativo di capire meglio la situazione, Tony va sul luogo degli scavi di Alberto, poi la sera lo lascia, va da Vittorio, lo bacia ma anche da lui si allontana. Quando Tony é lungo la strada in preda alla disperazione, arriva Vittorio. "Non mi lasciare più" gli dice lei. Dopo essersi confidata con un'amica, Tony entra in un bar. Sente chiamare il suo nome. E' Vittorio, e a lui finalmente si lascia andare.

Valutazione Pastorale

Dice la regista Francesca Pirani: "...E' la rivolta di una giovane donna alla mediocrità di una vita quotidiana che ha perduto nella 'normalità' intensità, passione e senso profondo dell'esistenza (...) L'attualità di questa storia sta proprio in questo tema della rivolta alla razionalità che schiaccia il sentire e gli affetti legati alla fantasia: troppo spesso ci si arrende per convenienza, per scarso coraggio, per conformismo a quelle che sono le regole sociali che codificano i nostri rapporti...". In questa premessa ci sono sia le difficoltà sia le banalità che si ritrovano nella realizzazione. Difficoltà perché l'incontro tra la realtà fisica e quella intellettiva tocca direttamente i territori dell'equilibrio interiore e della felicità in un complicatissimo contesto filosofico-esistenziale. Banalità perchè tutti questi elementi possono facilmente e in breve tempo scivolare nel pensiero autoreferenziale, nella meditazione fine a se stessa, nel guardarsi senza fine allo specchio. Se é vero che i temi di fondo appartengono con qualche realismo ad una fascia di gioventù contemporanea in crisi di valori e di identità, é altrettanto vero che lo svolgimento del racconto procede lento, chiuso, enigmatico. Film difficile dunque, che procede a corrente alternata e, dal pun to di vista pastorale, è da valutare come discutibile, e certamente complesso. UTILIZZAZIONE: poco adatto alla programmazione ordinaria, il film si rivolge ad un pubblico mirato e motivato, come ritratto, anche nella realizzazione, di certa confusione di idee e di atteggiamenti insita in tanto cinema italiano.

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