UNA FAMIGLIA

Valutazione
Complesso, Problematico, dibattiti
Tematica
Famiglia, Famiglia - genitori figli, Morte, Politica-Società
Genere
Drammatico
Regia
Sebastiano Riso
Durata
119'
Anno di uscita
2017
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Bim Distribuzione
Musiche
Michele Braga
Montaggio
Ilaria Fraioli

Orig.: Italia (2017) - Sogg. e scenegg.: Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Sebastiano Riso - Fotogr.(Scope/a col.): Piero Basso - Mus.: Michele Braga - Montagg.: Ilaria Fraioli - Dur.: 119' - Produz.: Fabrizio Donvito, Benedetto Habib, Marco Cohen per Indiana Production Company - 74^ MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2017 IN CONCORSO.

Interpreti e ruoli

Micaela Ramazzotti (Maria), Patrick Bruel (Vincenzo), Pippo Delbono (Saverio), Fortunato Cerlino (dott. Minerva), Marco Leonardi (Pietro), Matilda De Angelis (Stella), Ennio Fantastichini (Giorgio), Sebastian Gimelli Morosin (Federico), Alessandro Riceci . (Alex), Manuela Lo Sicco (Manuela), Gaetano Bruno

Soggetto

Vincent, 50enne francese trapiantato a Roma, e Maria, 15 anni più giovane, formano una coppia che vive una quotidianità difficile e tormentata. Il loro criminale progetto è infatti quello di dare figli alle coppie che non possono averne...

Valutazione Pastorale

Sebastiano Riso, nato a Catania nel 1983, ha esordito con "Più buio di mezzanotte", 2014. Per questo secondo LM, sceglie un argomento particolarmente duro, scostante, scivoloso, a forte rischio di travisamento. "Non è un film sull'utero in affitto -ha detto Riso nella conferenza stampa seguita alla proiezione alla Mostra di Venezia- semmai si vuole riportare in primo piano il tema dell'adozione, delle molte, troppe difficoltà che la legge frappone per adottare oggi in Italia". Fatta la scelta del tema e messi a fuoco i due protagonisti, certamente uniti da una forte intesa eppure divisi da un modo di affrontare il problema che li tiene sotto pressione e li allontana, Riso spinge l'acceleratore sui momenti estremi della vicenda: dopo un primo figlio non sopravvissuto, il secondo, destinato ad una coppia omosessuale, sembra poter soddisfare le esigenze dei richiedenti. Eppure anche in questo caso qualcosa non va a buon fine, ma stavolta Maria si ribella. Il nuovo nato non va trattato come i precedenti, non è uno scarto qualunque, Maria fa di tutto per salvarlo e ricominciare da lui. In fondo al tunnel, dove domina la notte più fonda, sembra che possa accendersi una fioca luce di salvezza. Da qui si può e si deve partire per guardare questo cupo film con uno sguardo non di condanna ma di speranza. Il regista non risparmia niente di ciò che potrebbe irritare e allontanare lo spettatore. Ma le tenebre corrono su una Roma sordida e perduta, fotografata con passione dal regista, squallide figure di contorno abbrutiscono il panorama (Stella, il dottor Minerva), quella di Maria è la corsa della disperazione verso l'ultimo baluardo di sopravvivenza. Non è semplice questo film di Riso, probabilmente più facile da dimenticare che metabolizzare, eppure qualcosa di quelle grida strozzate resta in gola: la forza della vita più forte di qualsiasi violenza. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, problematico e da affidare a dibattiti.

Utilizzazione

Il film può essere utilizzato in programmazione ordinaria per un pubblico attento a tematiche difficili e a proposte dure e senza mezzi termini. Sul tema delle adozioni e dell'utero in affitto, vale la prospettiva della rabbia finale di Maria, simbolo della voglia di ribellione di tutte le donne.

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