UNA STORIA SBAGLIATA

Valutazione
Consigliabile, Problematico, dibattiti
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Gianluca Maria Tavarelli
Durata
109'
Anno di uscita
2015
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
/////
Distribuzione
Palomar
Musiche
Pietro Leveratto
Montaggio
Alessandro Heffler

Orig.: Italia (2015) - Sogg. e scenegg.: Angelo Carbone, Leonardo Fasoli, Gianluca Maria Tavarelli - Fotogr.(Scope/a colori): Marco Pieroni - Mus.: Pietro Leveratto - Montagg.: Alessandro Heffler - Dur.: 109' - Produz.: Carlo Esposti con Nicola Serra per Palomar e con RAI Cinema.

Interpreti e ruoli

Isabella Ragonese (Stefania), Francesco Scianna (Roberto), Mehdi Dehbi (Khaleed), Stefania Orsola Garello, Nello Mascia, Pietro De Silva, Andrea Bruschi

Soggetto

Stefania è in Iraq, infermiera al seguito di una missione umanitaria. Il suo reparto si occupa in particolare della cura dei bambini affetti da malformazioni congenite. Stefania è sposata con Roberto, un amore sbocciato a Gela, in quella Sicilia altrettanto afflitta dai guasti provocati dalle esalazioni del petrolchimico e dalla fine del miraggio di sviluppo che era nato con quello stabilimento. Dopo il matrimonio, Roberto, militare, ha accettato la destinazione in Iraq, allo scoppio della seconda guerra del golfo. Ritorni a casa sempre più brevi, diminuzione delle capacità di adattamento, Infine la notizia della morte, la partenza di Stefania, la sua voglia di conoscere l’uomo che si è fatto saltare in aria. Tristezza, rabbia, disperazione, poi un incontro e qualcosa che cambia.

Valutazione Pastorale

Era assente dal grande schermo dal 2006 Gianluca Maria Tavarelli ("Non prendere impegni stasera", presentato alla Mostra di Venezia, ma nel frattempo ha girato fiction tra cui "Il giovane Montalbano" 1 e 2), una pausa che questo film certifica come troppo lunga. E' che il regista torinese conferma di saper firmare pochi ma qualificati titoli (6 in venti anni a partire da "Portami via", 1994) e di padroneggiare uno stile che mescola spezzoni di storia, di realtà e di finzione inducendo ad una apparente confusione che si ricompatta quando i pezzi del mosaico ritrovano coerenza e la follia si acqueta nella ragione. Tavarelli lavora per sottrazione sulle carenze, su ciò che non c'è più e sui motivi che mettono in conflitto il cuore e la mente. La guerra come perdita di ogni equilibrio interiore; la morte come annullamento di ogni forma di difesa; la rincorsa tra passato e presente come offuscamento di ogni riflessione sul futuro. Storia densa di stratificazioni psicologiche, e un cinema, come sempre in Tavarelli, nel quale i sentimenti violentati diventano ribellione politica, anzi etica, ansia civile di non rassegnazione. Al regista va riconosciuto il coraggio di una struttura narrativa ispida e talvolta ruvida, tuttavia finalizzata a indagare con dolore e qualche cattiveria i teneri risvolti degli affetti tra i due protagonisti. Ai quali offrono notevole verità la presenza di Isabella Ragonese (Stefania) e Francesco Scianna (Roberto), mentre Mehdi Dehbi è Khaleed, l'arabo che aiuta Stefania sul posto. Girato per gran parte in Tunisia per motivi di sicurezza, il film conferma lo sguardo originale, profondo e personale di Tavarelli, autore di un film che, dal punto di vista pastorale, è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in successive occasioni come avvio alla riflessione su un tema molto attuale come le missioni dei soldati italiani negli scenari di guerra. con tutte le conseguenze derivate.

Le altre valutazioni

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