UN’ESTATE INDIMENTICABILE **

Valutazione
Discutibile, Realistico, Dibattiti
Tematica
Genere
Drammatico
Regia
Lucian Pintilie
Durata
84'
Anno di uscita
1995
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
UNE ETE INOUBLIABLE
Distribuzione
Academy Pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Lucian Pintilie Tratto dal romanzo "La salade" di Petru Dumitriu
Musiche
Anton Suteu
Montaggio
Victorita Papp

Sogg.: Tratto dal romanzo "La salade" di Petru Dumitriu - Scenegg.: Lucian Pintilie - Fotogr.: (panoramica/a colori) Calin Ghibu - Mus.: Anton Suteu - Montagg.: Victorita Papp - Dur.: 84' - Coproduz.: Mk2 Productions, La Sept Cinema, Francia - Filmex, Romania

Interpreti e ruoli

Kristin Scott-Thomas (Marie-Therese Von Debretsy), Claudiu Bleont (Petre Dumitriu), Marcel Iures (Generale Ipsilanti), Razvan Vasilescu (Tenente Turtureanu), Olga Tudorache (Madame Vorvoreanu), George Costantin (Generale Tchilibia), Ion Pavlescu (Serban Lascari), Cornel Scripcaru, Tamara Cretulescu, Mihai Constantin

Soggetto

Romania meridionale, 1920. Madame Vorvoreanu festeggia con i notabili del luogo nella sua sontuosa villa. Nel vicino bordello, fatto chiudere perché non dia scandalo ai convitati, la prostituta ungherese Ergi scandalizza gli ospiti mostrandosi in pose oscene alla finestra e viene picchiata dal rude tenente Turtureanu, cliente, come quasi tutti gli invitati uomini alla festa, della casa di tolleranza. Il generale Ipsilanti corteggia la bella moglie del capitano Dumitriu, Marie-Therese Von Debretsy, e quando il consorte, geloso, chiede di essere trasferito alla frontiera, lo accontenta mandandolo in Dobroudja, dove trova una situazione drammatica: i comitadij, i contrabbandieri macedoni, massacrano i soldati rumeni. Ipsilanti chiede a Dumitriu di fucilare alcuni contadini bulgari, arrestati col preciso scopo di fungere da capri espiatori per l'opinione pubblica. Mentre la moglie lega con questa povera gente , soprattutto con il simpatico Petko, che con i suoi amici le coltiva l'orto, il marito, pur ligio al proprio dovere, rifiuta di obbedire ad un ordine che considera palesemente iniquo. Sarà invece il suo tenente, il volgare e canagliesco Turtureanu, a fucilare i contadini, mentre, inviso ai superiori, Dumitriu viene nuovamente trasferito. All'atto di traghettare, la moglie è assalita dalle vedove dei caduti ed il marito deve intervenire per difenderla.

Valutazione Pastorale

una Romania di confine che rassomiglia in modo tanto emblematico quanto terribilmente attuale alla Macedonia ed alla Serbia. La scena iniziale al bordello è effettivamente un po' cruda, ma non mancano nel film tocchi assai riusciti di costume, con notazioni psicologiche e rappresentazioni di drammi umani che nelle figure del passato trovano emblematico riscontro negli odierni drammi multietnici. Il contrappunto femminile di Marie-Therese, una sorta di coscienza vigile e critica del senso del dovere tendenzialmente cieco del marito, fa da pretesto al regista per evidenziare le assurdità di certe situazioni politico-militari, dove l'arroganza, il vizio, il capriccio di chi sta in alto può decidere della vita di persone innocenti, colpevoli solo di trovarsi a vivere in una certa epoca ed in una certa regione geografica. Non dissimilmente dai poveri ed ignari contadini falciati dalle guerre che hanno infestato il vecchio continente da sempre, questi sfortunati bulgari, colpevoli di dividere una regione di confine accesa come una miccia dalla compresenza di quattro etnie, pagano incolpevoli una decisione del tutto cervellotica e crudele, dovuta all'incapacità ed alla mancanza dolosa di una volontà precisa di mettere ordine, tipica dei militari e dei politici che giocano con gli uomini come pedine di una scacchiera dove la persona umana, la sua dignità, il suo diritto di vivere e di essere libero contano ben poco. La fotografia solare ed ariosa, la scena viscontiana nello stazzo con la furia delle vedove e le pecore smarrite e divise dalle madri che furiose assalgono Marie-Therese che difende il figlio, certi paesaggi di selvaggia e desertica bellezza sono le parti artisticamente meglio riuscite, come certi dialoghi e certi riferimenti "checoviani" che svelano l'ascendenza teatrale del regista, che però dà, a volte, l'impressione di tendere alla ricerca dell'effetto teatrale, stemperando alquanto la profondità del discorso generale.

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