UOVA D’ORO

Valutazione
Inaccettabile, Osceno
Tematica
Genere
Commedia
Regia
Bigas Luna
Durata
93'
Anno di uscita
1994
Nazionalità
Spagna
Titolo Originale
HUEVOS DE ORO
Distribuzione
Filmauro
Soggetto e Sceneggiatura
Cuca Canals, Bigas Luna, Enrico Oldoini Cuca Canals, Bigas Luna
Musiche
Nicola Piovani
Montaggio
Carmen Frias

Sogg.: Cuca Canals, Bigas Luna - Scenegg.: Cuca Canals, Bigas Luna, Enrico Oldoini - Fotogr.: (scope/a colori) Josè Luis Alcaine - Mus.: Nicola Piovani - Montagg.: Carmen Frias - Dur.: 93' - Co Produz.: Lola Film, Barcellona-Filmauro, Roma-Hugo Films, Paris - Vietato ai minori degli anni quattordici

Interpreti e ruoli

Javier Bardem (Benito Gonzales), Maria De Medeiros (Marta), Maribel Verdu' (Claudia), Elisa Touati (Rita), Raquel Bianca (Ana), Alessandro Gassman (Miguel), Francesco Dominedò (Mosca), Albert Vidal, Benisio Del Toro, Angel De Andres Lopez, Maria Martin, Francisco Casares

Soggetto

Benito Gonzales e l'amico Miguel sono militari-carpentieri a Melilla, nel Marocco spagnolo. Dopo aver litigato con Miguel per la stessa donna, Rita, sorella del loro collega ed amico marocchino Mosca, Benito torna in Spagna, dove intende edificare un grattacielo con l'aiuto del finanziere Gill e di un ricco banchiere, cui offre la sua amante Claudia, la quale lo consiglia di sposare la figlia, Marta. Benito può così iniziare i lavori della "Torre Gonzales" e, ormai ricco, sfoggia due Rolex d'oro al polso e si diletta nel karaoke su motivi di Julio Iglesias. Dopo aver umiliato Rita che gli chiede del denaro, e Miguel, cui offre un posto di manovale, deve fronteggiare il malumore di Claudia, che mal sopporta il ruolo di amante del banchiere. Costei infila un reggiseno in tasca a Benito per vendicarsi: Marta è sconvolta dal tradimento, ma Benito ha l'impudenza di portarle a casa Claudia. Dopo lo sconcerto iniziale, si instaura però un rapporto a tre: Marta presenta Claudia ad un cineasta e comincia a girare spot ed a simpatizzare con un muscoloso modello americano. Nel riaccompagnarli in auto, Benito ha un incidente nel quale Claudia muore e lui resta semiparalizzato. Intanto Mosca, che lo ha seguito dal Marocco ed è il suo capomastro, muore accidentalmente sul lavoro; Gill ritira il capitale ed il padre di Marta va in bancarotta. Rimessosi alquanto in salute, Benito conosce in un club Ana, con la quale decide di andarsene a Miami, dove lei lo tradisce con il giardiniere, scontenta delle sue ridotte prestazioni sessuali. A malincuore, Benito accetta un nuovo mènage a tre, ma è ormai l'ombra del prepotente "macho" di un tempo.

Valutazione Pastorale

grossolana e quasi sempre oscena volgarizzazione di quello spirito iberico, tra il satirico ed il picaresco, che ha sempre voluto pungere personaggi tipici della società, questo film è tutto centrato più sulle "genitalità" che sulla sensualità, più sulle esibizioni, i gemiti e la focosità animalesca che sull'erotismo. Le volgarità tra il goliardico ed il triviale di Luna superano persino le crudezze di altri registi, che almeno nel loro furore iconoclasta manifestavano un disegno espressivo ed artistico certo non accettabile moralmente, ma comprensibile ideologicamente, e soprattutto motivato in profondità dalle convinzioni sempre ben dichiarate. Qui invece si irride, con un ghigno sguaiato e sgangherato, su tutto e tutti: quella che potrebbe essere la beffarda satira al "machismo" spagnolo anni 60-70, punteggiato dalle sdolcinate canzoni di Iglesias, diventa pretesto per scene erotiche ed atteggiamenti dalla trivialità tra l'esasperato ed il grottesco. I personaggi femminili, che fanno da contorno all'ignobile figura di Benito, non sono tutto sommato migliori di lui. Tutto ciò che di sordido, volgare, osceno, rozzo può immaginare un cineasta e rovesciarlo come immondizia sullo schermo è qui "degnamente" rappresentato.

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