URLO

Valutazione
Complesso, scabrosità, Adatto per dibattiti
Tematica
Libertà, Omosessualità, Politica-Società, Storia
Genere
Drammatico
Regia
Rob Epstein
Durata
90'
Anno di uscita
2010
Nazionalità
Stati Uniti
Titolo Originale
Howl
Distribuzione
Fandango
Musiche
Carter Burwell
Montaggio
Jake Pushinsky

Orig.: Stati Uniti (2010) - Sogg. e scenegg.: Rob Epstein, Jeffrey Friedman - Fotogr.(Panoramica/B&N,a colori): Edward Lachman - Mus.: Carter Burwell - Montagg.: Jake Pushinsky - Dur.: 90' - Produz.: Elizabeth Redleaf, Christine Kunewa Walker, Rob Epstein, Jeffrey Friedman.

Interpreti e ruoli

James Franco (Allen Ginsberg), Todd Rotondi (Jack Kerouac), Jon Prescott (Neal Cassady), Davis Strathairn (Ralph McIntosh), Aaron Tveit (Peter Orlovsky), Jon Hamm (Jake Ehrlich), Andrew Rogers (Lawrence Ferlinghetti), Bob Balaban (giudice Horn), Mary Louise Parker (Gail Potter), Treat Williams (Mark Schorer), Alessandro Nivola (Luther Nichols), Jeff Daniels (prof. Kirk)

Soggetto

Nel 1957 il poema "Urlo" del giovane Allen Ginsberg viene pubblicato dalla City Light Books di proprietà del poeta Lawrence Ferlinghetti. In breve le 520 copie stampate vengono requisite dalla polizia, e di lì a poco si apre il processo per oscenità. Dopo molti testimoni e un acceso dibattito, il giudice McIntosh sancisce la libertà per il poema di poter liberamente circolare.

Valutazione Pastorale

Molti collocano nella data della sentenza l'inizio della cultura underground americana. Del libro in realtà Ginsberg aveva fatto una pubblica lettura già due anni prima, nel 1955. Il copione si muove lungo vari versanti: quella lettura, le fasi del processo, la vita di Ginsberg, un'intervista immaginaria che funge da filo conduttore. A illustrare poi i versi arrivano sequenze d'animazione, nervose e scattanti come le parole, alcune indovinate laddove ricordano certi dipinti di Edward Hooper e il ritratto di solitudini metropolitane; altre un po' eccessive. C'è molta materia dunque in questo prodotto di tono drammatico ma invero a metà tra dramma, docufiction, cronaca e storia. Ad ascoltare oggi i versi di Ginsberg se ne comprende la capacità d'urto rispetto alle abitudini dell'individuo, l'affidarsi ad una schizofrenia verbale imprevedibile, ad una provocazione di parole e di immagini che segnava la rottura forte di un periodo storico, la fine del dopo guerra, l'aprirsi di una nuova era, la modernità, bella e insieme sporca, pericolosa. La ricostruzione del periodo é ben fatta, anche nell'alternanza tra colore e b&N. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come complesso, segnalando scabrosità espressive e visive, e adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film, più che in programmazione ordinaria, si rivolge ad occasioni mirate, per avviare riflessioni su Ginsberg, la cultura underground, l'America degli anni '50. Molta attenzione é da tenere per minori e piccoli in vista di passaggi televisivi o di uso di DVD e altri supporti tecnici.

Le altre valutazioni

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