VESNA VA VELOCE *

Valutazione
Discutibile, Ambiguità
Tematica
Donna, Emigrazione, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Carlo Mazzacurati
Durata
92'
Anno di uscita
1996
Nazionalità
Italia
Distribuzione
Cecchi Gori Distribuzione
Musiche
Jan Garbarek
Montaggio
Mirco Garrone

Orig.: Italia (1996) - Sogg. e scenegg.: Umberto Contarello, Carlo Mazzacurati, Sandro Petraglia, Claudio Piersanti, Stefano Rulli - Fotogr.(Panoramica/a colori): Alessandro Pesci - Mus.: Jan Garbarek - Montagg.: Mirco Garrone - Dur.: 92' - Produz.: C.G.G. Tiger Cinematografica, Roma; Ima Film, Parigi.

Interpreti e ruoli

Tereza Zajickova (Vesna), Antonio Albanese (Antonio), Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Roberto Citran, Marco Messeri, Ivano Marescotti, Tony Sperandeo, Karel Belorhadsky, Antonio Catania, Leonardo Scarpa, Patrizia Piccinini, Andrea Karnasovà, Davide Dal Fiume, Paolo Montevecchi, Roberto Nobile, Ivica Vidovic.

Soggetto

Arrivata a Trieste con un pullman di connazionali (da una zona rurale della Cecoslovacchia), la giovane Vesna rimane volutamente in Italia privandosi della presenza della compaesana Marina in procinto di ripartire con il gruppo del suo Paese. Senza denaro accetta l'ospitalità di un assicuratore che rinuncia a possederla. Poi mangia in un ristorante senza pagare e, visti i prezzi in auge in Italia, pensa di prostituirsi. Decisa a raggiungere Rimini, Vesna accetta un passaggio in camion, assistendo impassibile alla morte di uno slavo ubriaco in autostrada. Preso alloggio in un residence, entra nel giro delle prostitute dell'Est. Ben presto, superando il disgusto per certi incontri, raggranella del denaro che nasconde dietro il bidè. Una sera l'abborda Antonio, un muratore interessato a lei, che la porta a cena in un locale di sinistra dove Vesna mangia e balla, per poi scomparire. Ma il racket l'ha notata e un protettore dell'Est le ruba il passaporto e l'accoltella. Antonio la soccorre, la fa curare clandestinamente per evitare il rimpatrio obbligatorio e la fa ristabilire. Grata per l'aiuto ricevuto, Vesna sembra conquistata dall'affetto del semplice uomo, ma quando costui pensa, vedendola parlare con una prostituta, che comunque tornerà al precedente "lavoro", che in cuor suo non sa perdonarle, comincia a trattarla male. Lei cerca di conquistare la sua fiducia e lo accompagna ad un sopralluogo ad una diga in montagna. Qui i due vengono invitati ad una festa dall'imprenditore: Antonio beve ed è sempre più brusco. Vesna decide allora di andare a Milano e si avvia a piedi ma Antonio la raccoglie e la fa salire a forza sull'automobile, che per un eccesso di velocità investe una vacca. Intervenuti, i carabinieri sono costretti a portare la giovane a Firenze per farla rimpatriare. Costei, approfittando della sosta dell'automobile presso una stazione di servizio, cerca di fuggire attraversando temerariamente l'autostrada.

Valutazione Pastorale

Il problema delle cosiddette prostitute "slave", (termine inesatto e comprensivo di un coacervo di popolazioni non solo slave) sembra essere lo sfondo della vicenda umana imperniata sulla figura di questa giovane ceca. Vesna appare semplicemente attratta come tante altre falene da una realtà sempre più spietata con i più deboli, di cui gli immigrati sono ormai una cospicua rappresentanza. L'ambiguità di fondo del film è determinata (a parte la mancanza di una convincente rappresentazione del background culturale e sociale da cui Vesna proviene) dalla sceneggiatura che non tiene alcun conto delle pur presenti organizzazioni umanitarie che si occupano dell'assistenza agli immigrati clandestini e ai poveri in genere. Nonostante moltissime giovani dell'Est lavorino, come colf o come cameriere, nel nostro Paese, Vesna sembra incanalata obbligatoriamente verso la prostituzione, anzi sembra non poter o voler incontrare nessuno che le offra più oneste, anche se meno redditizie, alternative. Se il quadro psicologico offerto, suffragato dalla credibile prova di Tereza Zajickova, convince per certi aspetti, appare pretestuoso per altri, specie nel prosieguo della storia sentimentale tra i due, molto "sceneggiata" e con finale pessimista per scelta "politica". La scabrosità di certe scene, la crudezza del mondo rappresentato e la presenza di questa ambiguità di fondo rendono il film discutibile.

Le altre valutazioni

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